Merope, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VIII
 
 MEROPE e ARGIA
 
 MEROPE
1415Quasi m’intenerì. Quasi sedotta
 il suo pianto m’avea.
 ARGIA
                                         Tutto è bugia.
 MEROPE
 Ne pagherà le pene.
 Anzi in questo momento
 quel cor fellon cade svenato all’ara
1420dell’infelice Epitide tradito.
 ARGIA
 Come? Svenato?
 MEROPE
                                  Sì. Dato era il cenno;
 e fuor di quelle soglie
 al varco l’attendea la mia vendetta.
 ARGIA
 Ah! Va’; corri; sospendi...
 MEROPE
1425Qual pallor? Qual pietà? Tardo è il consiglio.
 Perì l’empio Cleone.
 ARGIA
 E nell’empio Cleon perì il tuo figlio.
 MEROPE
 Che sento? O dei! Cleone,
 Cleone è il figlio mio? Perché tacerlo?
1430Perché negarlo? Amici,
 numi, soccorso. Ah! S’io non giungo a tempo,
 son misera del pari e scellerata.