Merope, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 ARGIA ed i suddetti
 
 EPITIDE
 Più non si neghi il figlio ad una madre.
 Parlò la mia pietade,
1375ora parli il tuo amor. Dillo, alma mia,
 cara adorata Argia.
 ARGIA
 A chi parli? Chi sei? Donde in te nasce
 tanta o baldanza o frenesia d’amore?
 Qual, regina, è costui? (Cauti, o mio core).
 EPITIDE
1380Eh, non finger, mio ben. L’arte non giova.
 L’arcano è già svelato;
 tu lo conferma. Io son tuo sposo. Io quegli...
 ARGIA
 Intendo. Un mostro ucciso
 ti dà qualche ragion sovra il mio core.
 EPITIDE
1385No no, di’ che in me vedi
 della Messenia il prence
 e di Merope il figlio;
 di’ ch’Epitide io son.
 ARGIA
                                         No, tu nol sei.
 MEROPE
 Quello non sei. Già certa
1390è la perfidia tua. Parlò l’amante;
 né s’ingannò la madre.
 EPITIDE
 O dio! Ten prego ancora.
 MEROPE
 Non più. Già t’abusasti
 della mia sofferenza.
1395Dal più orribile oggetto
 libera gli occhi miei.
 EPITIDE
 Argia.
 ARGIA
               Non ti conosco.
 EPITIDE
                                             I numi attesto. (Ad Argia)
 ARGIA
 Spergiuro è il traditor. Non ti do fede. (Ad Epitide)
 EPITIDE
 Questo pianto ch’io verso...
 MEROPE
1400Per te lo sparsi anch’io. Non t’ho pietade.
 Parti. Ancor tel comando.
 EPITIDE
 Madre.
 MEROPE
                 Se più resisti,
 vedrò dopo il tuo pianto anche il tuo sangue.
 ARGIA
 (Son crudel per pietà). Parti, o infelice!
 EPITIDE
1405Argia. Merope. O cieli!
 Deh! Per l’ultima volta...
 MEROPE
                                               Ancor t’arresti?
 EPITIDE
 Il tuo sposo son io.
 ARGIA
                                     Più non t’ascolto.
 EPITIDE
 Io sono il figlio tuo.
 MEROPE
                                      Tu me l’hai tolto.
 EPITIDE
 
    Sposa, non mi conosci.
1410Madre, tu non m’ascolti.
 E pur sono il tuo amor, sono il tuo figlio.
 
    Parla... Ma sei infedel. (Ad Argia)
 Credi... Ma sei crudel. (A Merope)
 O dio! Scampo non ho, non ho consiglio.