Merope, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIV
 
 MEROPE, TRASIMEDE, LICISCO ed EPITIDE, seguito di popoli e di soldati; poi POLIFONTE
 
 MEROPE
 Seguami pur Licisco.
 Resti Cleon. Presente
915all’alto formidabile giudizio,
 tutto vorrei, non che la Grecia, il mondo.
 TRASIMEDE
 Sol manca il re.
 EPITIDE, LICISCO A DUE
                               Che fia?
 POLIFONTE
 (Stabilirò sul trono
 qui la vendetta e la fortuna mia).
920E che? Senza il mio voto e me lontano,
 v’è chi raduna e popoli e soldati?
 MEROPE
 Mio ne fu il cenno; e questo,
 dacché vedova son, fu il primo e il solo.
 Qui si dee, Polifonte,
925l’innocenza svelare e il tradimento,
 qui decretar la vita e qui la morte
 e qui veder s’è rea,
 del sangue di Cresfonte e de’ suoi figli,
 un’empia madre o un perfido vassallo.
 POLIFONTE
930Chi dar dovrà l’accusa? E chi punirla?
 MEROPE
 L’accusator sarà Anassandro, alfine
 tratto ne’ ceppi. E voi,
 voi, messeni, custodi delle leggi,
 difensori del regno, e tu che sei (A Trasimede)
935del consiglio sovran regola e mente,
 il giudice sarete.
 EPITIDE
                                 Ella è innocente. (Piano a Licisco)
 LICISCO
 Tal sembra. (Piano ad Epitide)
 POLIFONTE
                          Opra è de’ numi
 l’arresto d’Anassandro. Ei qui si tragga.
 Saranno Trasimede e la Messenia
940il tuo giudice e il mio.
 TRASIMEDE
 Facciasi. Ad Anassandro
 diasi libero campo
 di favellar. Licisco
 e Merope e Cleon meco s’assida;
945e tu, signor, sul trono eccelso ascendi,
 a cui da’ nostri voti alzato fosti.
 POLIFONTE
 No no, mi spoglio anch’io
 del reale carattere che in fronte
 m’imprimeste, o messeni.
950Reo Merope mi crede e, finché il vostro
 memorabil giudizio
 purghi il mio nome e la mia gloria assolva,
 eccovi Polifonte,
 non re ma cittadino. Il re voi siete;
955ed al vedovo trono io queste rendo
 non mie ma vostre alte reali insegne. (Depone sul trono la corona e lo scettro)
 Merope, or senti; in noi
 c’è il reo, c’è l’innocente.
 Tu accusi Polifonte,
960te la Messenia. Orsù, la legge è questa,
 al giusto la corona, al reo la testa. (Va a sedere con gli altri)
 LICISCO
 Ei non errò. (Ad Epitide)
 EPITIDE
                          (Voi lo sapete, o dei).
 TRASIMEDE
 (Tutti sono in tumulto i pensier miei).
 MEROPE
 Sommo nume increato,
965cui sul lucido seggio, ove non sale,
 non che l’occhio, il pensier, nulla s’asconde,
 geni voi, tutelari
 di questo regno, e voi,
 del mio re, de’ miei figli,
970che d’intorno m’udite, anime belle...
 
    Fate voi che il ver s’intenda,
 che risplenda l’innocenza
 
    e sul collo all’empio cada,
 con giustissima sentenza,
975l’alta fatal vendicatrice spada. (Va a sedere a suo luogo)