Merope, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA PRIMA
 
 EPITIDE con pelle di lione indosso e con una clava in mano
 
 EPITIDE
 Questa è Messene. Il patrio cielo è questo
 dell’infelice Epitide. Cresfonte,
 mio illustre genitor, qui diede leggi.
 Qui nacqui re. Questa è mia reggia; e questi
5famosi abitatori,
 questi fertili campi a me son servi.
 O memorie! O grandezze
 mal ricordate e mal vantate! Errante,
 misero, solo, inerme io vi riveggo;
10e di tanti vassalli
 un sol non c’è che re m’onori, un solo
 che pur mi riconosca, un sol che dia
 almeno un pianto alla miseria mia. (Si volta verso la statua d’Ercole)
 
    Padre e nume, Alcide invitto,
15se gli umili onesti voti
 d’un tuo germe a te son cari,
 tu ben sai di qual delitto
 son macchiati i patri lari.
 
    Punitor di chi m’ha tolto
20e fratelli e padre e regno,
 qui mi tragge ardire e spene.
 Ma l’idea del gran disegno
 da te scende e in me sen viene.