Merope, Venezia, Rossetti, 1711

 SCENA ULTIMA
 
 EPITIDE, ARGIA, ANASSANDRO e li suddetti, seguito di messeni e di soldati
 
 EPITIDE
 Sì. Epitide son io.
 MEROPE
 Deh figlio!
 EPITIDE
                       Or non è tempo. (A Merope)
 Sono tuo re, tuo punitor, tua pena. (A Polifonte)
1560Questi de le tue colpe (Accennando Anassandro)
 è il testimon. Lo raffiguri?
 POLIFONTE
                                                   O stelle!
 Vive Anassandro ancor?
 ANASSANDRO
                                               Vivo, o spergiuro,
 per tuo rossor, per tuo tormento, o iniquo.
 POLIFONTE
 Trasimede, messeni, a l’armi, a l’armi.
1565Al vostro re s’insulta. Ira ed inganno
 s’armano a’ danni miei.
 TUTTI
                                              Mori, o tiranno.
 POLIFONTE
 Mori? Chi mi difende?
 LICISCO
                                             O vile!
 POLIFONTE
                                                            Aita.
 ARGIA
 O traditor!
 POLIFONTE
                       Soccorso.
 TRASIMEDE
                                          O scellerato!
 POLIFONTE
 Pietade.
 MEROPE
                   O Polifonte,
1570il tuo nome sol basta a dirti il mostro,
 l’obbrobrio de la terra.
 POLIFONTE
                                            È ver. Pietade.
 MEROPE
 Di Cresfonte l’avesti e de’ miei figli?
 POLIFONTE
 Gli uccisi, è ver. Pietade.
 EPITIDE
 L’avrai ma sol da morte. Entro il più chiuso
1575de la reggia e’ sia tratto e là si uccida.
 POLIFONTE
 Crudel, se così giusta è tua vendetta,
 perché qui non l’adempi?
 EPITIDE
 Ove il padre uccidesti, ove i fratelli,
 tu dei morir. Più orribile a’ tuoi sguardi
1580dove peccasti apparirà la morte.
 POLIFONTE
 Andiam. Con qualche pace
 morrò da voi lontano.
 Felice me, se meco
 trarr’io potessi al baratro profondo
1585Merope, Epite e la Messenia e ’l mondo. (Parte)
 MEROPE
 Vada con le sue furie. Impaziente
 già corro ad abbracciarti,
 o figlio.
 EPITIDE
                 O madre.
 A DUE
                                     O gioia! O amore! O vita!
 MEROPE
 Qual dio ti preservò? Chi a me ti rese?
 EPITIDE
1590Licisco fu. La morte egli sospese
 che Trasimede a me vibrava in seno.
 LICISCO
 D’Anassandro il rimorso
 fu la comun salvezza.
 MEROPE
 Perché a me lo tacesti?
 TRASIMEDE
                                            E potea dirlo,
1595presente il tuo tiranno?
 ANASSANDRO
                                              Or che gran parte
 riparai di que’ mali, onde reo sono,
 supplice a’ piedi tuoi chiedo la morte.
 EPITIDE
 L’esiglio ti punisca e ti perdono.
 Trasimede, Licisco, a voi la vita
1600debbo e lo scettro, a te, mia sposa, il core,
 a te, madre, quant’ho, cor, scettro e vita.
 ARGIA
 O sposo!
 MEROPE
                   O figlio!
 TRASIMEDE
                                     O generoso!
 LICISCO
                                                             O degno!
 MEROPE
 Tal da due mostri è per te salvo il regno.
 CORO
 
    Dopo l’orribile
1605fiero timor,
 di pace e giubilo
 si empia ogni cor.
 
    Vinto è l’orgoglio,
 spento è ’l terror,
1610ove ha la gloria
 fede e valor.
 
 Fine del drama