Merope, Venezia, Rossetti, 1711

 SCENA VIII
 
 MEROPE e ARGIA
 
 MEROPE
 Quasi m’intenerì. Quasi sedotta
 il suo pianto mi avea.
 ARGIA
                                          Tutto è bugia.
 MEROPE
 Ne pagherà le pene.
 Anzi in questo momento
1410quel cor fellon cade svenato a l’ara
 de l’infelice Epitide tradito.
 ARGIA
 Come? Svenato?
 MEROPE
                                  Sì. Dato era il cenno;
 e fuor di quelle soglie
 al varco l’attendea la mia vendetta.
 ARGIA
1415Ah! Va’. Corri. Sospendi...
 MEROPE
 Qual pallor? Qual pietà? Tardo è ’l consiglio.
 Perì l’empio Cleone.
 ARGIA
 E ne l’empio Cleon perì il tuo figlio.
 MEROPE
 Che sento? O dei! Cleone,
1420Cleone è il figlio mio? Perché tacerlo?
 Perché negarlo? Amici,
 numi, soccorso. Ah! S’io non giungo a tempo,
 son misera del pari e scellerata.