Merope, Venezia, Rossetti, 1711

 SCENA V
 
 EPITIDE e LICISCO
 
 EPITIDE
 A me nozze? A me sposa?
 LICISCO
                                                 Il ciel decreta.
 Epitide ubbidisca.
 EPITIDE
                                     E posso io farlo?
720Consigliarlo Licisco?
 LICISCO
 Così servo al tuo cor, così al tuo amore.
 EPITIDE
 Il mio amore, il mio cor, l’anima mia
 non è, lo sai, che l’amorosa Argia.
 LICISCO
 E Argia sarà tua sposa,
725Argia sarà tuo premio. Il ciel la volle
 prigioniera in Messene,
 perché seco tu regni amato amante.
 EPITIDE
 O me, se ciò fia vero,
 fortunato amator, lieto regnante!
 LICISCO
730Siegui il sentier ben cominciato e spera.
 Sposo sei ma beltà non ti lusinghi.
 Figlio sei ma pietà non ti tradisca.
 L’odio, l’amore, il sangue,
 tutto dubbio ti sia. Temine e fingi.
 EPITIDE
735Ah! Ch’il duol della madre è mio spavento.
 LICISCO
 Dillo tua debolezza. A te i fratelli,
 a te il padre sovvenga e ’l tuo periglio.
 EPITIDE
 Sì, ma Merope è madre ed io son figlio.
 LICISCO
 
    Mi piace che ti accenda
740con degni affetti
 la dolce sposa,
 la cara madre il cor.
 
    Ma dal figlio il padre aspetta
 la vendetta;
745e la chiede alla tua fede
 e la vuol dal tuo valor.