Merope, Venezia, Rossetti, 1711

 SCENA VIII
 
 TRASIMEDE e MEROPE
 
 TRASIMEDE
295Con qual senso, o regina,
 di comando fatal nunzio a te venga,
 lo sa il ciel, lo sa l’alma (e amor sel vede).
 MEROPE
 E nunzio di sponsali e di grandezze
 vieni sì mesto? Eh! Più sereno in volto,
300dimmi regina e sposa.
 Precedimi più lieto
 al soglio antico, a le novelle tede.
 Già le attende la Grecia e un re le chiede.
 TRASIMEDE
 Le chiede un re ma pria da te promesse,
305volute non dirò, che ben più volte
 lessi ne’ tuoi begli occhi,
 contro di Polifonte, odio e disprezzo.
 MEROPE
 E quest’odio a la tomba
 mi sarà scorta. Io sposerò il tiranno,
310per poi svenarlo in alto sonno oppresso;
 indi col ferro istesso,
 fumante ancor de l’odioso sangue,
 su le vedove piume io cadrò esangue.
 TRASIMEDE
 Tolgan gli dei sì barbaro disegno.
 MEROPE
315No no, compiasi l’opra.
 Sperai qualche rimedio
 dal tempo o da la morte.
 Quel mi tradì; mi riman questa; e questa
 non può mancarmi. Merope una volta
320o forte o disperata
 finisca di morir ma vendicata.
 TRASIMEDE
 Regina, era mia pena, e pena atroce,
 il pensarti altrui sposa;
 ma se a l’aspra sciagura altro rimedio
325non ti riman che morte,
 vattene. Polifonte
 ti accolga fortunato e seco regna.
 MEROPE
 Regnar con Polifonte? E Trasimede
 mi consiglia così? Questa è la fede
330tante volte giurata?
 TRASIMEDE
                                      Ahi! Che far posso?
 MEROPE
 Se m’hai pietà, se la memoria illustre
 de buon re nostro ucciso ancor ti è cara,
 su l’orme di Anassandro
 
 antri romiti e foschi,
335ciechi e solinghi boschi,
 monti, valli, dirupi,
 
 tutto, tutto ricerca; e quell’infame
 si arresti, s’incateni, a me si guidi.
 Quest’è il sol mio rimedio. A te lo chiedo.
340Vanne e tua gloria sia
 e la mia vita e l’innocenza mia.
 TRASIMEDE
 
    Quanto può zelo e fé,
 tutto farà per te
 l’alma fedele.
 
345   Se ingiusto il ciel non è,
 trarti legato al piè
 spero il crudele.