Merope, Venezia, Rossetti, 1711

 SCENA PRIMA
 
 EPITIDE
 
 EPITIDE
 Questa è Messene. Il patrio cielo è questo
 de l’infelice Epitide. Cresfonte,
 mio illustre genitor, qui diede leggi.
 Qui nacqui re. Questa è mia reggia; e questi
5famosi abitatori,
 questi fertili campi a me son servi.
 O memorie, o grandezze
 mal ricordate e mal vantate! Errante,
 misero, solo, inerme io vi rivedo;
10e di tanti vassalli
 un sol non v’è che re mi onori, un solo
 che pur mi riconosca, un sol che dia
 almeno un pianto a la miseria mia. (Si volta verso la statua di Ercole)
 
    Padre e nume, Alcide invitto,
15se gli umili onesti voti
 d’un tuo germe a te son cari,
 tu ben sai di qual delitto
 son macchiati i patri lari.
 
    Punitor di chi mi ha tolto
20e fratelli e padre e regno,
 qui mi tragge ardire e spene.
 Ma l’idea del gran disegno
 da te scende e in me sen viene.