Costantino (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VI
 
 MASSIMIANO e FAUSTA
 
 MASSIMIANO
 Fausta, siam soli.
 FAUSTA
                                   E Fausta il padre accusa
 ma solo a Massimian. Signor, potrai,
 fatti rei del tuo fallo,
1190strascinar gl’innocenti alla tua pena?
 Deh, se l’empio destino... (S’inginocchia)
 MASSIMIANO
 Sorgi. Indegno di augusta...
 FAUSTA
 No no, signor. Dacché tu rea mi fai,
 non son più augusta. Un atto illustre imploro
1195di tua virtù. Togli Licinio al rischio.
 Salva la gloria tua, salva la mia;
 né far che disperata
 o ingrata figlia o infida sposa io sia.
 MASSIMIANO
 Fausta, vivrà Licinio e tu con esso;
1200ma della vostra sorte
 il prezzo è tal. Di Costantin la morte.
 FAUSTA
 Ahi, di mio sposo a me lo salvi ’l nome.
 MASSIMIANO
 Quel di cesare mio troppo il condanna.
 Morto lo voglio. In questa notte, in questa
1205ei cadrà. Le tue stanze
 ne fien la scena. All’opra
 serve Leon. Tu la rispetta. Addio.
 FAUSTA
 Egli è mio sposo.
 MASSIMIANO
                                  E padre tuo son io.
 FAUSTA
 Lo so, signor, lo so; ma queste amare
1210lagrime del mio cor potran ben tanto...
 MASSIMIANO
 Voglio il sangue di lui, non il tuo pianto.
 FAUSTA
 No, non l’avrai. Già dal tuo petto al mio
 passan le furie. A Costantino io stessa
 ti accuserò. Mi scorderò qual nacqui
1215per serbarmi qual sono. Empia mi vuoi?
 Empia sarò ma non sarò infedele;
 e mi vedrà il marito,
 anzi che moglie rea, figlia crudele.
 MASSIMIANO
 Va’, cieca donna, va’. Non crede augusto
1220di Licinio alle accuse;
 e crederà alle tue? Me ne difende
 con la sua gelosia l’intera fede
 e il poter ch’ei mi presta. Ecco sicura
 quella, che tu detesti, illustre idea.
1225Risolvi. Ove tu parli,
 morrà Licinio. Alma sì cruda avrai?
 Morrà Licinio; e tu con lui morrai.
 FAUSTA
 Misera, che far deggio? I tuoi furori...
 MASSIMIANO
 Non più. Questa è la legge. O taci o mori.