Costantino (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IX
 
 FAUSTA ed EMILIA, poi COSTANTINO
 
 EMILIA
 Da questo foglio, augusta,
 di Licinio vassallo,
835non di Licinio amante, i sensi intendi.
 Tanto ei mi disse.
 FLAVIA
                                    A me lo porgi. (Oh fido!) (Legge piano)
 EMILIA
 (Ubbidito è Licinio).
 COSTANTINO
 (Qual foglio in man di Fausta?)
 FAUSTA
 Sul rischio del mio sposo
840vegliate, o dei. Ma... (Al veder Costantino)
 COSTANTINO
                                        Che? Fausta si turba
 dello sposo alla vista e cela il foglio?
 EMILIA
 (Che sarà mai?)
 FAUSTA
                                 Signor...
 COSTANTINO
                                                   Qual carta? E donde?
 FAUSTA
 Di una carta innocente...
 COSTANTINO
 Innocente la carta e si nasconde?
 FAUSTA
845Soffri che a te si taccia
 questo arcano onorato.
 COSTANTINO
                                            Ad un marito
 vanta arcani una moglie?
 FAUSTA
 E ben gli vanta, ove il silenzio è giusto.
 EMILIA
 (Lo turba gelosia).
 COSTANTINO
850(Si avvalora il sospetto). A Costantino
 tacer Fausta potrà, non ad augusto.
 FAUSTA
 Né di augusto all’onore
 né a quel di Costantino insidia il foglio.
 COSTANTINO
 Dunque più ti assicura e a me lo porgi.
 FAUSTA
855Nol dimandar, ten prego.
 COSTANTINO
 Se il neghi, il foglio è reo, tu rea con esso.
 FAUSTA
 Io rea? Tanto mi offendi?
 COSTANTINO
                                                 Onde l’avesti?
 FAUSTA
 Dalle mani di Albino.
 EMILIA
                                          È ver, signore.
 COSTANTINO
 A te chi lo fidò?
 EMILIA
                                (Dei, che rispondo?)
 COSTANTINO
860Taci? Questa è innocenza? E questa è fede?
 FAUSTA
 Parla. Di’ che Licinio a te lo diede.
 COSTANTINO
 Licinio a Fausta? E con l’autore il foglio
 a me si cela? Ah, donna ingrata! Ah mostro
 di perfidia sleal.
 FAUSTA
                                 La mia innocenza
865questi nomi non soffre. A tuo talento
 satolla in queste note
 quella, che il cor ti rode,
 di cieca gelosia furia spietata.
 Prendi. Leggi; e poi dimmi
870se perfida son io, s’io sono ingrata.
 COSTANTINO
 «Quanto sa Costantin del suo periglio (Legge)
 non lo assicura ancor. L’ombre vicine
 a te potrian toglier lo sposo. In questo
 io adempio al mio dover. Tu adempi al resto».
875Questa è carta innocente?
 Io col chiamarti rea tanto ti offendo?
 Cieca è la gelosia che il cor mi rode?
 EMILIA
 (Oh rischio!)
 COSTANTINO
                           Oh tradimento! Oh colpa! Oh frode!
 FAUSTA
 Costantin...
 COSTANTINO
                        Taci, iniqua.
 FAUSTA
880Sposo...
 COSTANTINO
                  Scordati un nome
 di cui profani ’l grado e offendi ’l dono.
 FAUSTA
 Signor...
 COSTANTINO
                   Che dir potrai?
 FAUSTA
                                                 Che rea non sono.
 COSTANTINO
 Tu non sei rea? Scrisse Licinio?
 FAUSTA
                                                            Scrisse.
 COSTANTINO
 A Fausta?
 FAUSTA
                      A Fausta scrisse.
 COSTANTINO
                                                      E rei non siete
885di scellerato amor? D’empie congiure?
 L’onor di Costantin, l’onor di augusto
 non insidia la carta? Empia, spergiura,
 si tradisce il mio letto e l’onor mio?
 FAUSTA
 Dica il ciel...
 COSTANTINO
                          Che può dir?
 FAUSTA
                                                    Se rea son io.
 COSTANTINO
890Questo lo dice. Il traditor Licinio,
 col darti l’empia speme
 del mio vicin cader, già teco adempie
 il suo dover. Tu adempi al resto. Affretta
 a’ danni miei la fatal notte, o iniqua.
895Vieni. Co’ primi colpi in questo petto
 a’ colpi del fellon la strada insegna.
 Che pensi più? Che tardi più? Non resta
 altra perfidia all’empia idea che questa.
 FAUSTA
 Parla in Licinio il zelo.
 COSTANTINO
900Menti. Nel traditor parla la certa
 speme del tradimento. A te lo sposo
 toglier potrian l’ombre vicine? Al colpo
 qual braccio? Di Licinio. Il negherai?
 FAUSTA
 Signor...
 COSTANTINO
                   Sì, di Licinio; e tu lo sai.
 FAUSTA
905Forse altro autor...
 COSTANTINO
                                    No no, l’antico amante
 tu solleciti al colpo. Esso t’invita
 a compirlo col resto. Esso consiglia
 con la sua la tua colpa.
 FAUSTA
                                           (Oh padre! Oh figlia!)
 COSTANTINO
 Vedi se rea tu sei. Sien le tue stanze
910confine a’ passi tuoi. Di lei rispondi (Ad Emilia)
 tu più cauto e più fido all’ire mie.
 EMILIA
 Un rigido custode avrà in Albino.
 (E soccorso da me la sua innocenza).
 FAUSTA
 Tu rea mi vuoi? Pazienza. Almen più giusto...
 COSTANTINO
915Mira se giusto io sono. In Massimiano
 il tuo giudice avrai.
 Vanne. Da lui la sua, la mia vendetta,
 sposa nimica e indegna figlia, aspetta.
 FAUSTA
 Sia mio giudice il padre
920e seco augusto il sia. Pietà non cerco.
 Non ricorro all’amor. De’ falli miei
 siate giudici entrambi, entrambi irati;
 mi assolverete entrambi;
 e di Fausta nel cor, degna e amorosa,
925ei troverà la figlia e tu la sposa.
 
    S’io son rea, se infida io sono,
 qui mi svena e ti perdono
 la mia pena e i tuoi furori.
 
    Esser posso sventurata;
930ma spergiura e scellerata...
 Se da me saper nol vuoi,
 ditel voi, miei casti amori.