Costantino (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 LICINIO e le suddette
 
 LICINIO
785(Opportuno è qui Albin... Ma Flavia è seco).
 FLAVIA
 Non turbarti, o Licinio,
 io son giusta, tu amante. Un tuo rifiuto,
 ch’onta non è del mio,
 del libero tuo cor non sia rimorso.
 LICINIO
790Mia scusa è la mia stella.
 FLAVIA
 E perciò non mi offendo
 se, per ugual destino,
 me, che amarti non posso, amar non sai.
 EMILIA
 (Un più concorde amor non vidi mai).
 FLAVIA
795Liberi amiam. Se l’amor mio non sei,
 s’io non son la tua bella,
 tu la tua ne condanna, io la mia stella.
 
    No, non amarmi, no;
 né meno io t’amerò.
800Così non mi dirai
 ch’io sia crudele;
 né tu rimorso avrai
 di essermi ingrato.
 
    Se penar non sai per me,
805se per te non sento ardor,
 non è colpa d’amor,
 colpa è del fato.