Costantino (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VI
 
 FLAVIA, EMILIA e LEONE
 
 FLAVIA
530Leone, udisti?
 LEONE
                             Principessa... (Oh dio!
 Presente Emilia, e che mai dir poss’io?)
 FLAVIA
 La mia destra a Licinio.
 LEONE
 (Taci né ti scoprir. M’ama la bella (Ad Emilia)
 ma senza pro. Finger convien di amarla).
535So il crudo cenno; e so ch’io stesso al nodo (A Flavia)
 consigliarti dovrei ma...
 EMILIA
                                              (Attenta ascolto).
 FLAVIA
 E perdermi potrai?
 EMILIA
 Giova al tuo fasto il suo consiglio, o bella. (A Flavia)
 LEONE
 Deh taccia Albino, ove Leon favella. (Ad Emilia)
540lo, Flavia, consigliar le mie sciagure?
 EMILIA
 Leon, tradisci Emilia e inganni augusto.
 LEONE
 (Fingo un duol che non ho). (Ad Emilia)
 EMILIA
                                                      (Dubbia son io).
 LEONE
 Ma tu, cor mio, che pensi? (A Flavia)
 EMILIA
 Flavia, Flavia è il suo nome e non cor mio.
 FLAVIA
545Ubbidir al german, seguir la sorte, (A Leone)
 giurar fede a Licinio...
 LEONE
                                           E darmi morte.
 FLAVIA
 Di te ti lagna e non di me. Vantasti
 che il titolo di cesare e il diadema
 eran per te di Costantino un voto;
550su questa speme arrise
 al tuo core il mio core,
 alla tua la mia fede.
 EMILIA
                                       (Oh traditore!)
 FLAVIA
 Or di’, cesare sei? Di’, m’offri un trono?
 EMILIA
 (Egli è deluso e vendicata io sono).
 LEONE
555Dunque più del mio cor ami l’impero.
 EMILIA
 Deessi men d’un diadema a quella fronte? (A Leone)
 FLAVIA
 Per me rispose Albino e ben rispose.
 LEONE
 Mia ti dicesti ed ora...
 EMILIA
 A lei cesare vieni e tua l’avrai.
 FLAVIA
560Tutto ciò ch’io direi ti disse Albino.
 LEONE
 (Emilia temeraria! Empio destino!)
 Ma se cesare io fossi?
 EMILIA
 Vano saria...
 FLAVIA
                          No no, Flavia or risponde.
 Di Leone al diadema
565ceder farei quel d’ogni capo. Il giuro.
 LEONE
 Soffri che il fato in Costantino io tenti?
 FLAVIA
 Anzi te lo comando. Affretta il corso
 del tuo sperar. Va’. Regna e tua son io.
 EMILIA
 (Tanto soffrir non può lo sdegno mio).
570Flavia, ascolta.
 LEONE
                              Non più. Flavia propone...
 EMILIA
 Eh, dove parla Albin, taccia Leone.
 T’inganna il traditore. Ad altro volto
 fede in Roma ei giurò.
 FLAVIA
                                            Leon spergiuro?
 EMILIA
 Il suo tacer l’accusa.
 FLAVIA
575Siasi. La sua incostanza è gloria mia.
 EMILIA
 Chi una volta lo fu, sempre è incostante.
 FLAVIA
 Leon vi pensi. Ei sa che senza pena
 non si manca di fede a Flavia amante.
 
    Vantar un cor, che more
580tra’ lacci suoi ristretto,
 egli è il maggior diletto
 che provi la beltà.
 
    E questa suole allora
 col vezzo e col favore
585nel core che l’adora
 nodrir la fedeltà.