Costantino (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 FLAVIA, COSTANTINO, EMILIA e LEONE
 
 FLAVIA
 Quai rischi, o sire?
 COSTANTINO
                                      Il rischio mio più acerbo,
 germana, è il mio timor. Perché non veggo
 della congiura il capo, in tutti ’l temo.
 LEONE
 Anche in Licinio?
 COSTANTINO
                                   Ei tosto
510volga all’Illirio il piede.
 Lontan nol temerò. Tu, sposa, il segui.
 LEONE
 Flavia a Licinio?
 COSTANTINO
                                 Sì, con questo dono
 si renda o a sé più giusto o a me più grato.
 Ma Flavia che risponde?
 FLAVIA
515A chi non m’ama io darò fé di sposa?
 COSTANTINO
 Agl’imenei de’ grandi
 non sempre amor precede.
 FLAVIA
 E infelici sovente...
 COSTANTINO
 Repliche al voto mio? Sempre è felice
520chi serve a’ cenni augusti. Albin, Leone,
 prontezza a lei s’ispiri.
 Flavia, addio. Di Licinio è quella mano.
 Se non ami ’l fratel, temi ’l sovrano.
 
    Datti pace.
525Con la destra il fido sposo
 anche il cor ti porgerà.
 
    D’imeneo la bella face
 un gentil foco amoroso
 in quel seno accenderà.