Costantino (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IV
 
 COSTANTINO, LEONE e le suddette
 
 COSTANTINO
 Inorridisci, o Fausta.
 FAUSTA
 Quai casi?...
 COSTANTINO
                          Un traditore, un parricida
 insidia a’ giorni miei.
 FAUSTA
 Stelle!
 LEONE
               Qual empio?
 EMILIA
                                         E lo soffrite, o dei?
 COSTANTINO
460Si congiura al mio capo e vuol l’iniquo
 sul cadavere mio poggiar al trono.
 FAUSTA
 (Scoperto è il genitor. Misera io sono).
 COSTANTINO
 Massimo...
 LEONE
                       (Il traditore).
 COSTANTINO
 Era del colpo un reo. Fosse pietade,
465fosse timor, me ne scoprì l’arcano.
 LEONE
 Disse l’autor?
 COSTANTINO
                            Questo è il mio duol più crudo;
 e sul nome di lui l’alma più freme.
 FAUSTA
 (Oimè! Non vi è più speme).
 COSTANTINO
 Son cento i rei. Molti ho fra’ ceppi e molti
470incalza l’ira mia; ma il capo...
 FAUSTA
                                                        (Oh dio!)
 LEONE
 Scoprilo.
 COSTANTINO
                    Ancor si asconde al braccio mio.
 Ma il troverò. Vendicherò su l’empio,
 foss’egli...
 FAUSTA
                     (Aita, oh cieli!)
 COSTANTINO
 Foss’egli cinto ancor di mille allori,
475l’enorme tradimento.
 LEONE
 Pera il reo.
 EMILIA
                       Si punisca.
 FAUSTA
                                              (Ahi, qual tormento!)
 COSTANTINO
 Alla reggia custode
 vegli Leon. Tu alle mie stanze, Albino.
 Ma Fausta, la consorte, al mio periglio
480nulla s’irrita e tace?
 FAUSTA
 Non si sfoga in lamenti un duolo estremo.
 COSTANTINO
 Eh nulla o poco mi ama
 chi per me poco teme.
 Più del colpo tentato,
485il colpo che mancò forse ti affanna;
 e detesti nel fallo,
 forse più dell’autor, chi lo palesa.
 FAUSTA
 A Costantin geloso,
 del duol ch’ho del suo rischio,
490del mio amor, di mia fede,
 dell’innocenza mia nulla rispondo.
 Solo all’ingiusta accusa,
 che rea mi fa di scellerate voglie,
 rispondo che mi basta,
495per esser innocente, esser tua moglie.
 
    Costanza in me non credi
 né vedi amore in me,
 ingrato, sai perché?
 Perché non hai la fé
500dell’alma mia.
 
    E quel che a te nel sen
 adombra e affanna il cor
 non è che un reo velen,
 non è che un fosco orror
505di gelosia.