Costantino (Pariati), Venezia, Rossetti, 1711

 SCENA II
 
 FAUSTA ed EMILIA con soldati e poi FLAVIA in disparte
 
 EMILIA
 Là dentro mi attendete. (Alli soldati, li quali entrano nel gabinetto)
 FAUSTA
 Emilia, a che quest’armi?
 EMILIA
 A punir il fellone.
 FAUSTA
                                   Ahi! Qual cimento.
 EMILIA
 Che si teme da noi? Tema Leone.
 FAUSTA
1325Leon non verrà solo.
 EMILIA
 Qualunque l’accompagni,
 s’è traditor d’augusto, è mio nemico.
 Corrò l’infame al varco; e co’ miei fidi,
 a lui torrò la libertà, la vita.
 FAUSTA
1330Aimè!
 EMILIA
               Sospiri, impallidisci e taci?
 FAUSTA
 Il tacer più non giova. Ecco il mio arcano.
 Qui verrà con Leon...
 EMILIA
                                         Chi?
 FAUSTA
                                                     Massimiano.
 EMILIA
 O cieli!
 FAUSTA
                 Ei, che mi è padre,
 qui vuol morto il mio sposo; e vuol ch’io sia
1335complice dell’eccesso.
 EMILIA
                                          O fellonia!
 Ma verrà Costantino?
 FAUSTA
 No, l’insidia a lui dissi e tacqui il reo.
 Giova però ch’il padre in quelle stanze
 posar lo creda, onde nol cerchi altrove.
 EMILIA
1340Lo crederà. Tu il passo a lui contendi.
 Tu l’affretta al partir. Di’ che a quel colpo
 è bastante Leon. Lo strale è al segno,
 se resta solo in mio poter l’indegno.
 FAUSTA
 Ma se il padre non cede?
 EMILIA
1345In lui rispetterò Fausta sua figlia.
 FLAVIA
 (A che qui Albin con Fausta?) (In disparte)
 FAUSTA
 Né temi i tuoi perigli?
 EMILIA
 Dolce per te mi fora anche la morte.
 FLAVIA
 (Quali proteste ascolto?)
 FAUSTA
1350Vieni, mia speme, eterno amor ti giuro. (Fausta ed Emilia si abbracciano)
 EMILIA
 Ti risponde il mio core in questo amplesso.
 FLAVIA
 (Tradito onor d’augusto!)
 FAUSTA
 Ti bacio; e in te mi affido.
 EMILIA
 Per te di nobil zelo arder mi sento.
 FLAVIA
1355(O viltade! O perfidia! O tradimento!)
 EMILIA
 Se il ciel mi arride, aspetta,
 per me d’un infedele,
 per te d’un traditor, doppia vendetta. (Entra nel gabinetto)