Scipione nelle Spagne, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVI
 
 MARZIO, LUCEIO e i sopradetti
 
 MARZIO
 Colà ti arresta; e quando (A Luceio appiè del ponte)
 d’uopo il richiegga, i detti miei seconda.
 LUCEIO
 Tue parti adempi; io seguirò i miei voti. (A Marzio. Luceio si ferma in lontano; e Marzio si avanza verso Trebellio)
 MARZIO
1510Romani, il nostro zelo
 diventa colpa. Un’amistà il fa reo;
 e a favor di un nimico
 arma in danno comun l’ire civili.
 Si vuol salvo Luceio.
1515Scipio lo vuol. Chiamasi offeso; e quando
 tosto non ci disarmi
 pronto dover, verghe minaccia e morti.
 TREBELLIO
 Venga; e se tanto ardisce, a noi le porti.
 Ma lo prevenirem. Sin dentro a quelle
1520torri e al suo fianco uccideremo il nostro
 fiero nemico.
 MARZIO
                            Io vi precorro. Andiamo.
 Primo l’ire svegliai. Primo la spada
 in quel sen vibrerò.
 A DUE
                                       Luceio cada.
 MARZIO
 Cada; ma pria, se nulla
1525merita il zelo mio, mi si conceda
 di quel guerrier la vita. (Accenna Luceio)
 TREBELLIO
                                              Egli è Tersandro.
 MARZIO
 E ispano aggiungi. In grave
 incontro ei mi difese.
 Gratitudine vuol che dalle stragi,
1530che inonderan Cartago, io pur lo serbi.
 TREBELLIO
 Degno è dell’amor nostro
 di Marzio il difensor. Libero ei vada.
 MARZIO
 Va’. Ti scortino i miei. (A Luceio che si viene avanzando)
 TREBELLIO
 Or che si attende più?
 A DUE
                                           Luceio cada.
 LUCEIO
1535Dove, Romani, dove
 ite a cercar Luceio? A che in Cartago?
 E di Scipione a che cercarlo al fianco?
 Mal vi guida il furor. Nel campo vostro
 Marzio, Marzio lo trasse ed io vel mostro.
1540Eccolo. Io son Luceio.
 MARZIO
                                          O dei!
 LUCEIO
                                                        Volgete
 in me i colpi, in me l’ire. (Dà di mano alla spada)
 Intrepido qui attendo,
 né forse invendicato, il mio morire.
 MARZIO
 (Stupido resto).
 TREBELLIO
                                Marzio,
1545tu traditor? Tu di Luceio a’ danni
 movi le schiere e poi ne tenti, infido,
 la salvezza e la fuga? Un tanto eccesso
 non fia impunito. Arde a’ Romani in volto
 una giusta vendetta; e non li frena,
1550se non brama e diletto
 di render più crudele a te la pena.
 MARZIO
 O smanie! O furie! O mostri!
 TREBELLIO
 E tu, ch’armi la destra, (A Luceio)
 anima troppo audace, e che presumi?
1555L’inevitabil morte
 forse sfuggir?
 LUCEIO
                            Cerco morir da forte.
 Sol mi si dia per poco
 libero favellar. Marzio, deluse
 ecco le tue speranze.
1560Perdesti Elvira e per tua legge istessa
 la perdesti per sempre. Il mio periglio
 toglie a me un gran rossore, a te un gran bene.
 Io cadrò ma onorato;
 e tu vivrai ma infame e sfortunato.
 MARZIO
1565(Qual gel m’occupa l’ossa?)
 LUCEIO
 Romani, a’ colpi. Io son Luceio; e quando
 spento nel sangue mio lo sdegno avrete,
 ite; gittate il ferro
 appiè del vostro duce.
1570Sì, a quel piè lo gittate
 che vi guidò a’ trofei;
 ed in lui rispettate
 quanto di grande unqua formar gli dei.
 TREBELLIO e SOLDATI
 Viva Scipione.
 LUCEIO
                              Or che s’indugia a darmi
1575l’attesa morte?
 TREBELLIO
                              Allor l’avrai che n’esca
 dal labbro di Scipion l’alto comando.
 A lui Marzio e Luceio
 serbinsi, o prodi. Ei sulla loro vita (Vanno uscendo della città Scipione e gli altri)
 abbia arbitrio e ragione.
1580E si acclami or fra noi.
 TUTTI
                                            Viva Scipione.