Scipione nelle Spagne, Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA XVI
SCIPIONE e LUCEIO
SCIPIONE
Quanto ti deggio! Ad affrettar men vado
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del felice imeneo
le vittime e la pompa.
LUCEIO
Va’. (Il cor vien meno).
SCIPIONE
E tu, mio caro, allora
ne accrescerai con la tua vista il pregio.
Parmi sol nel tuo aspetto
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e più certo e più grande il mio diletto.
Lieti amori,
mirti e rose a’ verdi allori
intrecciatemi sul crine.
Le soavi mie speranze
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a goder son già vicine.