Scipione nelle Spagne, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XII
 
 LUCEIO
 
 LUCEIO
 O fede! O gratitudine! O amistade!
 Con qual impeto a’ danni
 del misero amor mio tutte vi uniste?
880Pur non bastava. Il core
 doveasi armar contra il mio core istesso
 e farsi suo carnefice e tiranno.
 Per me sarà un rivale
 possessor del mio ben? Per me fia tratto,
885quasi vittima all’ara, il mio bel nume?
 E potrò farlo? E lo promisi? E vivo?
 E del povero cor non ho pietade?
 O fede! O gratitudine! O amistade!
 
    Infedele, crudele ed ingrato
890mi dirà quel labbro amato
 ed amor ne piangerà.
 
    Ma pensando che fui generoso,
 troverò qualche riposo
 e la gloria il soffrirà.