Scipione nelle Spagne, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVI
 
 SCIPIONE e LUCEIO e poi SOFONISBA
 
 SCIPIONE
490Tersandro, atro pensiero
 ti scorgo in fronte.
 LUCEIO
                                    In sulla fronte, o duce,
 l’alma si spiega.
 SCIPIONE
                                Il labbro
 n’è interprete più fido. Onde il tuo duolo?
 LUCEIO
 Da te, Scipio, da te. Spandesi in tutti
495la tua beneficenza. In me de’ mali
 tutta versi la piena.
 SCIPIONE
                                      In che ti offendo?
 LUCEIO
 In che? Ne’ ceppi altrui.
 SCIPIONE
                                               Non anche intendo.
 LUCEIO
 Di’, comune a Cardenio
 non ho la patria?
 SCIPIONE
                                  È vero.
 LUCEIO
500Or tu mi offendi in lui. Le sue catene
 mia pena ancor si fanno;
 e lui mirar non posso
 che in te insieme non miri il mio tiranno.
 SCIPIONE
 Suo giudice or son io. Deggio punirlo,
505se colpevole egli è.
 LUCEIO
                                    Ma dirà il mondo
 che nimico il punisci,
 perché l’odi rival. Sol nel tuo core
 lo fa reo Sofonisba ed il tuo amore.
 SCIPIONE
 Ami sua libertade? (Esce Sofonisba)
 LUCEIO
                                       Ed amo in essa
510la gloria tua.
 SCIPIONE
                          Sta in tuo poter.
 LUCEIO
                                                          M’imponi,
 qual vuoi, più dura legge. Eccomi pronto.
 SCIPIONE
 Giungi opportuna, o principessa.
 SOFONISBA
                                                              Il fato
 di Cardenio mi è noto,
 di Scipio l’ira e di Tersandro il voto.
 LUCEIO
515(Che sarà mai?)
 SCIPIONE
                                 Custodi, (Si allontana e parla alle sue guardie)
 tosto rechisi a me gemmato acciaro.
 SOFONISBA
 Per un rival troppo ti esponi, o caro. (Piano a Luceio)
 SCIPIONE
 Quel che ti pende al fianco,
 peso guerrier, pria tu mi cedi.
 LUCEIO
                                                         Intendo.
520A’ ceppi di Cardenio
 lieto succedo. Eccoti il ferro e sappi
 che tormelo dal fianco
 mia virtù sol potea.
 SOFONISBA
                                      (Virtù funesta!)
 SCIPIONE
 Giurati amico mio. La legge è questa.
 SOFONISBA
525(Respiro).
 LUCEIO
                      (Acerba legge
 che mi vieta sin l’odio
 di un mio rival, per liberarne un altro).
 SCIPIONE
 Tanta pena ti costa
 l’amistà di Scipion?
 LUCEIO
                                       Più che non pensi. (Vien presentata a Scipione una spada gioiellata)
530Ma lo vuole il destin. Giuro...
 SCIPIONE
                                                       Su questo
 brando lo giura, indi il gradisci in dono.
 LUCEIO
 Giura Tersandro; ed or tuo amico io sono.
 E sia pegno di fé l’illustre acciaro
 che in tuo servigio al guerrier fianco appendo.
 SOFONISBA
535(Eroiche gare!)
 SCIPIONE
                               Alla città mi affretto,
 onde Cardenio a libertà sia reso.
 Colà ti attendo e teco
 venga ancor Sofonisba. Amor vien meco.
 
    Occhi belli, prendete un addio
540e voi, cari, un addio mi rendete
 ma con raggio di affetto pietoso.
 
    Saria colpa del fido amor mio
 il lasciarvi e non dirvi che siete
 mia delizia, mio ben, mio riposo.