Scipione nelle Spagne, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA III
 
 TREBELLIO e detti
 
 TREBELLIO
                                                          Ah! Duce...
 SCIPIONE
 Che fia, Trebellio?
 TREBELLIO
                                     O Sofonisba è morta
 o, vicina a morir, lotta con l’onde.
 SCIPIONE
 Che?... Sofonisba?... O dio!... Come?...
 TREBELLIO
                                                                       Poc’anzi
 dall’alta torre, onde sul mar si stende
70libero il guardo, ella gittossi e il fece
 con sì subito salto
 che invan si accorse a rattenerla...
 SCIPIONE
                                                               Ah! Basta.
 Già troppo intesi. Empio destin, trovasti
 con che atterrirmi. Invan sei forte, o core;
75né in te sento l’eroe, sento l’amante.
 Misera Sofonisba!
 Misero Scipio!
 ELVIRA
                              È degno
 di sì illustre dolor sì strano caso.
 SCIPIONE
 Che giova inutil pianto? Ite, Romani;
80della bella al periglio
 cerchisi scampo. Ite. Pietoso il mare
 forse l’accoglie. Almeno
 l’onor non se gli lasci
 del suo sepolcro. Ite veloci. (Ah! Scipio (Partono alquanti de’ soldati romani)
85restar tu puoi? Colà ti chiama, o core,
 il tuo amor, la tua pace, il tuo dolore).
 
    Non mi giova d’esser forte;
 sento al duol che sono amante.
 
    Se nel rischio del mio bene,
90vo’ far fronte alle mie pene,
 crudel sembro e non costante.