Scipione nelle Spagne, Venezia, Pasquali, 1744

 ARGOMENTO
 
    Nella presa, che fece Publio Cornelio Scipione il maggiore, della nuova Cartagine nelle Spagne, fugli condotto tra l’altre prigioniere una bella e nobil giovane, della quale divenne appassionatissimo amante; ma avendo inteso esser lei stata promessa ad Allucio, detto da altri Luceio, principe de’ Celtiberi, la restituì intatta generosamente allo stesso, non con altra condizione se non che divenisse amico di lui e di Roma. Veggasi Livio, Massimo ed altri.
    Su questo fondamento istorico si finge che quella giovane si chiamasse Sofonisba e fosse figliuola di Magone, capitano de’ Cartaginesi nelle Spagne; che ella fosse stata promessa al principe Luceio ma che la guerra coi Romani ne avesse interrotti gli sponsali; che Cardenio, principe degl’Illergeti, avesse aspirato alle nozze di lei ma vedendosi preferito Luceio, non però da lui veduto né conosciuto, si fosse ritirato colla sua pretensione; che Elvira, sorella di Cardenio, rimasta presso Magone in ostaggio, si fosse innamorata di Luceio ma gliene avesse taciuto sempre l’amore; che nella presa della città ella fosse stata fatta prigioniera da Lucio Marzio, uno de’ tribuni militari romani, il quale se ne fosse invaghito; che Luceio, sconfitto in un fatto d’arme, fosse stato creduto morto da tutti ed anche da Sofonisba e che egli poi, intesa la perdita della città e la prigionia dell’amante, vestitosi da semplice soldato, si fosse avvicinato a Cartagine per intender nuova di lei. Il rimanente comprendesi dalla lettura del dramma, il cui soggetto è stato da altra penna ingegnosamente in prosa trattato.