Scipione nelle Spagne, Vienna, van Ghelen, 1722

 SCENA XVI
 
 MARZIO, LUCEIO e i suddetti
 
 MARZIO
 Colà ti arresta; e quando (A Luceio a piè del ponte)
 d’uopo il richiegga, i detti miei seconda.
 LUCEIO
 Tue parti adempi, io seguirò i miei voti. (A Marzio. Luceio si ferma in lontano e Marzio si avanza verso Trebellio)
 MARZIO
1510Romani, il nostro zelo
 diventa colpa. Un’amistà il fa reo;
 e a favor di un nemico
 arma in danno comun l’ire civili.
 Si vuol salvo Luceio.
1515Scipio lo vuol. Chiamasi offeso e, quando
 tosto non ci disarmi
 pronto dover, verghe minaccia e morti.
 TREBELLIO
 Venga; e se tanto ardisce, a noi le porti.
 Ma lo prevenirem. Sin dentro a quelle
1520torri e al suo fianco uccideremo il nostro
 fiero nemico.
 MARZIO
                            Io vi precorro. Andiamo.
 Primo l’ire svegliai. Primo la spada
 in quel sen vibrerò.
 A DUE
                                       Luceio cada.
 MARZIO
 Cada; ma pria, se nulla
1525merita il zelo mio, mi si conceda
 di quel guerrier la vita. (Accenna Luceio)
 TREBELLIO
                                              Egli è Tersandro.
 MARZIO
 E ispano aggiugni. In grave
 incontro ei mi difese.
 Gratitudine vuol che da le stragi,
1530che inonderan Cartago, io pur lo serbi.
 TREBELLIO
 Degno è de l’amor nostro
 di Marzio il difensor. Libero ei vada.
 MARZIO
 Va’. Ti scortino i miei. (A Luceio che si viene avanzando)
 TREBELLIO
 Or che si attende più?
 A DUE
                                           Luceio cada.
 LUCEIO
1535Dove, Romani, dove
 ite a cercar Luceio? A che in Cartago?
 E di Scipione a che cercarlo al fianco?
 Mal vi guida il furor. Nel campo vostro
 Marzio, Marzio lo trasse ed io vel mostro.
1540Eccolo. Io son Luceio.
 MARZIO
                                          O dei!
 LUCEIO
                                                        Volgete
 in me i colpi, in me l’ire. (Dà di mano alla spada)
 Intrepido qui attendo,
 né forse invendicato il mio morire.
 MARZIO
 (Stupido resto).
 TREBELLIO
                                Marzio,
1545tu traditor? Tu di Luceio a’ danni
 muovi le schiere e poi ne tenti, infido,
 la salvezza e la fuga? Un tanto eccesso
 non fia impunito. Arde a’ Romani in volto
 una giusta vendetta; e non li frena,
1550se non brama e diletto
 di render più crudele a te la pena.
 MARZIO
 O smanie! O furie! O mostri!
 TREBELLIO
 E tu, ch’armi la destra, (A Luceio)
 anima troppo audace, e che presumi?
1555L’inevitabil morte
 forse sfuggir?
 LUCEIO
                            Cerco morir da forte.
 Sol mi si dia per poco
 libero favellar. Marzio, deluse
 ecco le tue speranze.
1560Perdesti Elvira e per tua legge istessa
 la perdesti per sempre. Il mio periglio
 toglie a me un gran rossore, a te un gran bene.
 Io cadrò ma onorato;
 e tu vivrai ma infame e sfortunato.
 MARZIO
1565(Qual gel m’occupa l’ossa?)
 LUCEIO
 Romani, ai colpi. Io son Luceio e, quando
 spento nel sangue mio lo sdegno avrete,
 ite, gittate il ferro
 a’ piè del vostro duce.
1570Sì, a quel piè lo gittate
 che vi guidò a’ trofei
 ed in lui rispettate
 quanto di grande unqua formar gli dei.
 TREBELLIO e SOLDATI
 Viva Scipione.
 LUCEIO
                              Or che s’indugia a darmi
1575l’attesa morte?
 TREBELLIO
                              Alor l’avrai che n’esca
 dal labbro di Scipion l’alto comando.
 A lui Marzio e Luceio
 serbinsi, o prodi. Ei su la loro vita (Vanno uscendo della città Scipione e gli altri)
 abbia arbitrio e ragione.
1580E si acclami or fra noi.
 TUTTI
                                            Viva Scipione.