Scipione nelle Spagne, Vienna, van Ghelen, 1722

 SCENA V
 
 SOFONISBA, LUCEIO e CARDENIO
 
 CARDENIO
 Bella, a la mia felicità non manca
 che il tuo consenso. Lascia
 che io vegga ne’ tuoi lumi un raggio amico.
 SOFONISBA
690Mirali; e in lor vedrai sol pianto e lutto.
 CARDENIO
 Il tuo estinto Luceio ancor t’ingombra
 l’anima innamorata.
 SOFONISBA
 E l’amerò dopo la tomba ancora.
 CARDENIO
 Ma che risolvi?
 SOFONISBA
                               O dio! Morir.
 CARDENIO
                                                          Cotanto
695un nodo a te dispiace?...
 SOFONISBA
 Deh! Non cercar di più. Lasciami in pace.
 CARDENIO
 E tu, caro Tersandro, a che sì mesto?
 LUCEIO
 Tu sei solo mio duol, tu mia sventura.
 CARDENIO
 Intendo. A te dà pena
700che Sofonisba a me sia cruda e ria.
 Ah! Se brami ch’io sia
 lieto ne l’amor suo, sveglia in quel core
 per me qualche pietà. Fa’ che più lieta
 si appressi ad una face...
 LUCEIO
705Deh! Non cercar di più. Lasciami in pace.
 CARDENIO
 
    Partir e non languir
 non posso, o caro amico,
 non posso, o dolce amor.
 
    Pur se mirassi in voi
710pupille più tranquille,
 saria la vostra pace
 conforto al mio dolor.