Scipione nelle Spagne, Vienna, van Ghelen, 1722

 SCENA XIV
 
 SCIPIONE, LUCEIO, CARDENIO e MARZIO
 
 LUCEIO
450(Sempre maggior scorgo il rivale).
 MARZIO
                                                                 Ah! Questo
 de’ miei sudori a pro di Roma è ’l frutto?
 Questa del sangue sparso è la mercede?
 Marzio pur sono. Io lauri
 a te pur colgo. Io primo
455pur su le mura ispane
 l’aquila innalzo e le difese espugno.
 E di tanti trofei la sola spoglia
 così mi è tolta?
 SCIPIONE
                               A te la tolgo, o Marzio,
 anzi al tuo amor. Ma del riscatto il prezzo
460tuo ne sarà.
 MARZIO
                         Non regna,
 Scipio, in quest’alma un mercennario affetto.
 A torto tu mi offendi. A torto illeso
 lasci Cardenio. Ei reo
 di più colpe trionfa. Egli nemico
465entrò nel campo. Ei di un roman tribuno
 portò furtivo entro la tenda il passo.
 Ei m’insultò col ferro; e pur si soffre.
 Duce, del torto mio ragion non chieggo,
 del pubblico la chieggo; e se impunito
470lasci l’ispano ardito,
 tel giuro, i miei guerrieri e i tuoi pur anco
 sapran punirlo anche di Scipio al fianco. (Parte co’ suoi)