Scipione nelle Spagne, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XIII
 
 MARZIO e detti. MARZIO tra SCIPIONE ed ELVIRA
 
 MARZIO
1450Duce, che risolvesti?
 LUCEIO
                                        A me ti volgi,
 Marzio, e rispondi. Elvira
 vuoi che resa a te sia?
 MARZIO
                                           Questo è ’l mio voto.
 LUCEIO
 E me fuor di Cartago e fuor del campo
 salvo trarrai?
 MARZIO
                            Questo n’è ’l prezzo e ’l giuro.
 LUCEIO
1455Ecco. Elvira è già tua.
 ELVIRA
                                          Torno a’ tuoi ceppi.
 SCIPIONE
 E vi assente Scipion.
 CARDENIO
                                         (Soffrir conviene).
 MARZIO
 (Godi, amor mio).
 SOFONISBA
                                     (Non mi uccidete, o pene).
 MARZIO
 Andiam.
 LUCEIO
                    Ma se la sorte
 mi fa perir tra le tue schiere?
 MARZIO
                                                        Ignoto,
1460qual periglio vi temi?
 LUCEIO
 Quel che men si prevede.
 MARZIO
                                                 Alor soggiaccia
 il mio capo al gastigo.
 LUCEIO
 No. Tua pena alor sia perder Elvira,
 e perderla per sempre.
 MARZIO
1465Siasi. La legge accetto;
 ma sicuro è ’l tuo scampo e ’l mio diletto.
 LUCEIO
 Scipione [illeggibile]
 Addio, Scipio. Addio, Elvira. Addio, Cardenio.
 Già vado ove mi chiama il mio destino.
 Godi tu fortunati, (A Scipione)
1470con la degna tua sposa, i lunghi anche i tuoi giorni.
 Tu perdona al mio core (Ad Elvira)
 s’egli a la tua pietà, se a la tua fede,
 sol per colpa di amor, non rese amore.
 SOFONISBA
 (Mi scoppia l’alma).
 LUCEIO
                                        In questa
1475dipartita funesta... A l’amor mio
 Scipio il permetta... Sofonisba... Addio.
 
    Parto. Addio.
 Vorrei dir mio ben, cor mio;
 ma più dirlo a me non lice.
 
1480   No, mio ben, più non sei mio non sei;
 e col dirlo io renderei
 me più vil, te più infelice. (Parte con Marzio)