Scipione nelle Spagne, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VII
 
 1 SCIPIONE con seguito e poi 2 MARZIO con seguito
 
 SCIPIONE
 Di Luceio alla vita
 diedi i cenni opportuni. Or Marzio venga.
 MARZIO
 Tolga il cielo, o signor, che tu condanni
 rei di spirto fellon Marzio ed il campo.
1315Per Scipione e per Roma
 zelo abbiamo ed ossequio; e se in Luceio
 un nemico si cerca e questa è colpa,
 sino la nostra colpa ha la sua gloria.
 Tu, che ancor tra’ nemici
1320rispetti la virtù, l’ami in Luceio;
 e quel capo, che un giorno
 esser potria per noi fatal, difendi.
 Tu ’l difendi; e si salvi.
 Chi ha l’amor di Scipion degno è del nostro.
1325Io lo trarrò fuor de le tende illeso
 e, fin dove a lui piaccia,
 scorta ne avrà per da me sicura e fida.
 Tanto prometto. Il solo
 premio dell’opra mia chieggo in Elvira.
1330Rendimi Elvira questa e salverò Luceio.
 Ma senza Elvira, al militar tumulto
 forza non fia che il reo nemico invole;
 e scampo a la sua questa vita
 Marzio Scipio trovar non può; Marzio nol vuole.
 SCIPIONE
1335Venga Elvira. Tribuno, (Alle guardie)
 e donde avesti autorità cotanta
 da impor leggi al proconsolo, al tuo duce?
 Roma non te la diede;
 né la soffre Scipion. Pur questi ed altri
1340tuoi gravi eccessi or simular conviene.
 N’hai la mia fé; ma verrà tempo; e ancora
 quella fronte vedrò, tanto or superba,
 abbassarsi al mio piede
 ed implorar de mia clemenza in dono,
1345di cui indegno già sei, vita e perdono.
 Ciò che intanto io risolva, udrai fra poco.
 Ritirati e lo attendi.
 MARZIO
 
    O mi rendi il bel ch’io spero
 o al feroce odio guerriero
1350esca ad esca aggiugnerò.
 
    Da me aspetta
 o l’amore o la vendetta
 quella pace che non ho.