Scipione nelle Spagne, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XV
 
 SCIPIONE e i sopradetti. 1 SCIPIONE, 2 SOFONISBA e 3 LUCEIO
 
 Luceio in avanzarsi verso Scipione lascia Sofonisba e gli va incontro.
 
 SCIPIONE
 Incerto di sé stesso
 sta in pena l’amor mio. Tu ne decidi (Luceio resta in mezzo)
960l’ultima sorte, amico. (Luceio si avanza verso Scipione e Sofonisba sta come in disparte)
 LUCEIO
 (O dio!) Leggi, o signor, su quel bel volto
 la tua felicità. Tua è Sofonisba.
 SOFONISBA
 (Crudel!)
 SCIPIONE
                     Mia Sofonisba?
 SOFONISBA
 LUCEIO
 A’ miei prieghi, al tuo merto
965cedé quel core.
 SCIPIONE
                              Me fortunato!
 LUCEIO
                                                          Dillo,
 dillo tu stesso ancor, labbro amoroso; (A Sofonisba)
 chiamalo tuo signor; dillo tuo sposo.
 SOFONISBA
 (L’odo e non resisto?)
 SCIPIONE
                                           E sarà ver che alfine (Accostandosi a Sofonisba e Luceio sta un poco più indietro)
 Scipio a Luceio in quel bel cor succeda?
970Non mel tacer, non mi celar quegli occhi. (Sofonisba rivolge gli occhi ad altra parte, piangendo)
 E lascia che da loro
 quanto posso goder ne’ miei trabocchi.
 SOFONISBA
 Scipion... (Più dir non posso). (Sofonisba si volge a Scipione e poi fa lo stesso che prima)
 LUCEIO
                                                          (Ella mi accora
 ma si adempia il trionfo e poi si mora). (Luceio si mette in mezzo a Scipione e a Sofonisba)
 SCIPIONE
975Tersandro, onde quel pianto?
 Onde mai quel silenzio?
 LUCEIO
                                               A’ tuoi diletti
 non si oppone, o signor, che il suo Luceio
 SCIPIONE
 Luceio è morto.
 SOFONISBA
                                E tutta, (A Scipione)
 tutta m’empie di lui la sua memoria.
 LUCEIO
980No, di’ la fiamma sua. Vive quel prence.
 SCIPIONE
 Vive Luceio? (A Sofonisba)
 SOFONISBA
                            È vero (A Scipione)
 ma ne l’anima mia ch’era suo spirto.
 (Caro, non ti scoprir). (Piano a Luceio)
 LUCEIO
                                            Vive in Cartago, (A Scipione)
 anzi al tuo fianco e tu lo vedi e ’l senti.
 SCIPIONE
985Dove? Come?
 SOFONISBA
                             (O perigli!) Eccolo, o duce,
 in quest’occhi lo vedi, ancor ripieni
 de l’immagine sua. Ne’ miei lo senti
 mesti sospiri. (Abbi di me pietade). (Piano a Luceio. Scipione si mette in atto pensoso)
 LUCEIO
 Dover mi sforza. O corrispondi o parlo. (Piano a Sofonisba)
 SOFONISBA
990(Empia necessità!)
 SCIPIONE
                                      Dunque morranno (Come da sé)
 così le mie speranze? E Sofonisba,
 benché prieghi Tersandro, è ancora ingiusta.
 LUCEIO
 Che tardi più? Proconsolo di Roma... (Prima a Sofonisba, poi a Scipione)
 SOFONISBA
 (Ei si perde).
 LUCEIO
                            Io quel sono...
 SOFONISBA
995Quegli tu sei che a l’onde
 mi togliesti pietoso.
 D’alor nel tuo voler, ben mi sovviene,
 deposi il mio. Più non resisto contendo e serbo
 la data fede. Ei tua mi vuole, o duce,
1000e tua sarò.
 LUCEIO
                      (Son morto).
 SCIPIONE
 Care voci, voi siete il mio conforto [illeggibile].
 SOFONISBA
 Sì, tua sarò. Se poi verrà quel giorno (Prima a Scipione, poi a Luceio)
 che a te spiaccia, Tersandro, il fatal nodo,
 nodo che offende il tuo Luceio e ’l mio,
1005te sol ne accusa e di’: «Sofonisba era fida
 ed io in onta di amor, volli così».
 
    Se mai quell’alma amante
 si lagnerà di me,
 rigetterò su te la mia discolpa.
 
1010   Io le serbai costante
 amore e fedeltà,
 sinché la tua amistà si fe’ mia colpa.