Scipione nelle Spagne, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA IX
 
 2 CARDENIO e poi 1 LUCEIO
 
 CARDENIO
 Gran virtù se in Tersandro
 trovo il rival. Quanto opportuno ei giugne!
 LUCEIO
 (Ma se oprai con virtù, di che mi dolgo?)
 CARDENIO
 Non ti aggravi, o Tersandro, [illeggibile]
780se da cupi pensieri io ti distolgo.
 LUCEIO
 Prence, che mi si chiede?
 CARDENIO
 In A magnanimo petto
 non è ’l fregio minor l’esser sincero.
 LUCEIO
 Vile è chi niega il vero.
 CARDENIO
785Piacemi. Or di’. Ne l’ultimo conflitto
 Luceio non cadé?
 LUCEIO
                                   (Quale richiesta!)
 CARDENIO
 (Si turba).
 LUCEIO
                       Ei ne uscì illeso.
 CARDENIO
                                                       Entro Cartago
 ei spira in libertade aure di vita.
 LUCEIO
 Nol Io negar nol saprei. (Sono scoperto). Nol so negar.
 LUCEIO
 È ver. (Sono scoperto).
 CARDENIO
790Né langue in lui la fiamma
 che in sen per Sofonisba amor gli accese.
 LUCEIO
 Non può spegnerla in lui tempo né morte.
 CARDENIO
 (Ora, cor mio, sii generoso e forte).
 Ah principe! Ah Luceio! Il grado e ’l nome
795ben puoi mentir, l’alto valor non mai,
 che da l’opre, dal labbro e dal sembiante,
 quasi raggio per vetro, in te traluce.
 Tu sei Luceio, il grande eroe...
 LUCEIO
                                                         Più tosto
 di’ l’infelice e grande
800sol ne’ suoi mali.
 CARDENIO
                                  In questi
 non si conti il mio amor né l’odio mio.
 Mosso tu dall’innata
 tua nobiltà, me di catene hai tolto;
 per te Scipio mi cede
805il più de’ miei voti il più caro, anzi de’ tuoi;
 e a prezzo del tuo duol mi fa beato.
 Ma nol sarò. Già sveno
 così belle speranze al mio dovere.
 Sofonisba ricuso. Amarla io posso;
810più non posso accettarla. Ella è tuo merto;
 e tuo aquisto anche sia,
 in onta ancor d’ogni speranza mia.
 LUCEIO
 Cardenio, il solo bene
 che tormi non poté fortuna avversa
815era la mia virtù. Tu col gran dono
 mel vuoi rapir. Vil, se l’accetto, io sono.
 Godi pur... [illeggibile]
 CARDENIO
                                             No, del tuo
 magnanimo pensiero
 tu siegui il calle. Anch’io
820libero corro ove mi chiama il mio.
 LUCEIO
 Deh! Non voler...
 CARDENIO
                                  Giugne Scipione.
 LUCEIO
                                                                    O pene!
 Sin ne l’altrui virtude odio il mio bene.