Scipione nelle Spagne, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA IV
 
 SOFONISBA e detti
 
 SOFONISBA
 Eccomi al cenno. (Sofonisba si mette tra Luceio e Scipione)
 SCIPIONE
                                   Principessa, al primo
 folgorar de’ tuoi lumi arse quest’alma,
 ma di sì puro ardor che non ne abbiamo
 tu d’arrossir, né da pentirmi io mai.
 Crebbe a le tue ripulse,
 qual per onda gran fia fiamma, il mio bel foco;
650e amai la tua virtù sin con mia pena.
 A sì vampa serena
 oppon livida nube ombre funeste.
 Salvisi il tuo decoro
 e pera il mio piacer. Già da quest’ora
655libera ti dichiaro; e poiché il fato sorte
 al tuo Luceio amato
 invida ti rapì (soffri, alma mia)
 tuo sposo...
 LUCEIO
                                                            (Ahi! Che dirà?)
 tuo sposo...
 LUCEIO
                        (Ahi! Che dirà?)
 
 SCIPIONE
                                                         Cardenio sia.
 SOFONISBA
 Cardenio?
 LUCEIO
                       (O me infelice!)
 CARDENIO
                                                       (O me beato!)
 MARZIO
660(Generoso ei sarà ma sventurato).
 SCIPIONE
 Tersandro, di’, fia questo
 un oprar con so virtù? Biasmi od applaudi?
 LUCEIO
 (O dio! Che fo? Lodo o condanno? Il primo
 offende fa torto a Sofonisba e l’altro al giusto).
 SCIPIONE
665Benefico un tuo prence e stai sospeso?
 LUCEIO
 Signor, ti loda assai stupor che tace.
 (Nascesti, o cor, per non aver mai pace).
 SCIPIONE
 E tu, bella, che pensi? Assenti o nieghi?
 SOFONISBA
 (Che dir dovrò? Manco alla fé se assento,
670se niego a l’onor mio).
 SCIPIONE
                                           Pensosa ancora?
 MARZIO
 Perde in Scipion con pena un che l’adora.
 SOFONISBA
 (Voce che mi trafigge!)
 Scipio, sarò di chi m’impon la sorte.
 (Ma sarò di Luceio o pur di morte).
 SCIPIONE
675E tu, Marzio, in Scipione
 hai che più condannar?
 MARZIO
 Marzio ti ammira.
 Ma senti, ambo infelici
 tu senza Sofonisba, io senza Elvira.
 
680   Se non parto fortunato,
 parto almeno vendicato
 col pia piacer de le tue pene.
 
    Pena pur che peno anch’io,
 io per te senza il cor mio, [illeggibile]
685tu per me senza il tuo bene. (Parte)
 
 CARDENIO
 Quai grazie a te poss’io?...
 SCIPIONE
                                                  Prence, le devi
 tutte a Tersandro. Addio. (Se qui mi arresto
 con più lunghe dimore,
 vacilla la costanza e vince amore). (Parte)