Scipione nelle Spagne, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XVI
 
 [illeggibile]
 
 SCIPIONE e LUCEIO e poi SOFONISBA
 
 SCIPIONE
 Tersandro, atro pensiero (Luceio passa; Scipione resta a parte destra. Luceio passa alla sinistra)
 ti scorgo in fronte.
 LUCEIO
                                    In su la fronte, o duce,
 l’alma si spiega.
 SCIPIONE
                                Il labbro
 n’è interprete più fido. Onde il tuo duolo?
 LUCEIO
495Da te Scipio, da te spandesi in tutti
 la tua beneficenza. In me de’ mali
 tutta versi la piena.
 SCIPIONE
                                      In che ti offendo?
 LUCEIO
 In che? Ne’ ceppi altrui.
 SCIPIONE
                                               Non anche intendo.
 LUCEIO
 Di’, comune a Cardenio
500non ho la patria?
 SCIPIONE
                                  È ver. [illeggibile] D’Iberia il cielo
 forse mai non produsse alme più sì grandi.Y#
 LUCEIO
 Or tu errasti [illeggibile] Or tu mi offendi in lui. Le sue catene
 mia pena ancor si fanno;
 e lui mirar non posso
505che in te insieme non miri il mio tiranno.
 SCIPIONE
 Suo giudice or son io. Deggio punirlo,
 se colpevole e’ sia.
 LUCEIO
                                    Ma dirà ’l mondo
 che nemico il punisci,
 perché l’odi rival; sol nel tuo core,
510lo fa reo Sofonisba ed il tuo amore.
 SCIPIONE
 Ami sua libertade? (Esce Sofonisba; e Sofonisba resta nell’ultimo luogo presso a Luceio)
 LUCEIO
                                       Ed amo in essa
 la gloria tua.
 SCIPIONE
                          Sta in tuo poter.
 LUCEIO
                                                          M’imponi
 qual vuoi più dura legge. Eccomi pronto.
 SCIPIONE
 Giugni opportuna, o principessa.
 SOFONISBA
                                                              Il fato
515di Cardenio mi è noto,
 di Scipio l’ira e di Tersandro il voto.
 LUCEIO
 (Che sarà mai?)
 SCIPIONE
                                 Custodi, (Si allontana [illeggibile] alla sua [illeggibile])
 tosto rechisi a me gemmato acciaro.
 SOFONISBA
 (Per un rival troppo ti esponi o caro). (Piano a Luceio)
 SCIPIONE
520Quel che ti pende al fianco,
 peso guerrier, pria tu mi cedi.
 LUCEIO
                                                         Intendo.
 A’ ceppi di Cardenio
 lieto succedo. Eccoti il ferro e sappi
 che tormelo dal fianco
525mia virtù sol potea.
 SOFONISBA
                                      (Virtù funesta).
 SCIPIONE
 Giurati amico mio. La legge è questa.
 SOFONISBA
 (Respiro).
 LUCEIO
                      (Acerba legge
 che mi toglie vieta sin l’odio
 de di un mio rival, per liberarne un altro).
 SCIPIONE
530Tanta pena ti costa
 l’amistà di Scipion?
 LUCEIO
                                       Più che non pensi.
 Ma lo vuole il destin. Giuro... (Vien presentata a Scipione una spada gioiellata)
 SCIPIONE
                                                        Su questo
 brando lo giura, indi il gradisci in dono.
 LUCEIO
 Giura Tersandro ed or tuo amico io sono.
535E sia pegno di fé l’illustre acciaro
 che in tuo servigio al guerrier fianco appendo.
 SOFONISBA
 (Eroiche gare!)
 SCIPIONE
                               A la città mi affretto,
 onde Cardenio a libertà sia reso.
 Mi è pena ogni momento
 nel qual per lui tuo debitor mi sento.
 Colà ti attendo e teco
540venga ancor Sofonisba. Amor vien meco.
 
    Occhi belli, prendete un addio
 e voi,cari, un addio mi rendete
 ma con raggio di affetto pietoso.
 
    Saria colpa del fido amor mio
545il lasciarvi e non dirvi che siete
 mia delizia, mio ben, mio riposo.