Scipione nelle Spagne, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XV
 
 SCIPIONE, CARDENIO e LUCEIO
 
 SCIPIONE
 Un amor disperato
475cieco è ne l’ira. A Marzio
 tolsi l’oggetto e l’onor tuo difesi.
 Ora è giusto, o Cardenio,
 che del tuo ardir prenda la pena anch’io.
 Cedi l’acciar, nemico a Roma e mio.
 CARDENIO
480Aggiugni e tuo rival. L’odio in te cresca
 con la ragion di quella fiamma ond’ardi.
 Ecco l’acciar.
 SCIPIONE
                           [illeggibile] Si guidi
 entro Cartago il prigionier si guidi.
 LUCEIO
 (Benché rival, compiango
 la sorte sua).
 CARDENIO
                                                     Comunque
 col tuo voler di me decreti il fato,
485rammenterò che hai l’onor mio difeso;
 e morrò col rossor d’esserti ingrato.
 
    Hai virtù che m’innamora
 quasi al par del caro bene.
 E convien ch’io t’ami ancora,
490benché autor de le mie pene.