Scipione nelle Spagne, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA II
 
 2 Scipione, 1 Elvira, 3 Marzio
 
 ELVIRA e detti
 
 ELVIRA
  Proconsolo di Roma
 Invitto  duce, a’ tuoi trionfi
 Invitto eccelso duce, a’ tuoi trionfi
 altro fregio non manca a’ tuoi trionfi
 che il ben usarli. Or avrai Ispana son. Mi diede
 la tua stessa vittoria e non ti rende
 favor di cieca sorte empio o superbo.
 Sono ispana e mi diede
 pari al natal spiriti illustri il cielo.
30L’esser tua prigioniera
 non è l’affanno mio. Stretto anche il piede,
 anche reciso il crine,
 seguirò Scipio e soffrirollo in pace.
 Ma che sovra la mia
35sacra onestà la militar licenza
 mediti nuove palme,
 questa, è questa, o signor, mia pena e tema.
 Ah! Tu mi sii custode,
 tu difensor. Se l’umil voto è giusto
40o t’irrita o ti offende,
 sappi che a me rimane
 da l’armi illeso e dal poter di Roma
 un magnanimo core,
 cor che a difender basta,
45anche a costo di sangue, il proprio onore.
 SCIPIONE
 (In sen di donna ha cor di eroe). Qual sia,
 Marzio, costei che ha tutta
 la beltà del suo sesso e tutta insieme
 la fortezza del nostro?
 MARZIO
                                          In lei tu scorgi,
50signor, la bella Elvira,
 a Cardenio germana,
 che in fertil suolo agl’Illergeti impera.
 Ne la vinta Cartago
 mio fu l’onor del suo servaggio. (Ah! Ch’io
55restai sua preda e tu lo sai, cor mio).
 SCIPIONE
 Regal vergine, Elvira,
 bando al nobil timor. Scipio t’impegna Roma ha per legge
 l’autorità del grado
 in difesa e in favor. Roma ha per legge
 di onorar la virtù, non di oltraggiarla.
 Marzio, a te qui l’affido,
60anzi a la tua virtude. Ospite Essa nel campo tra noi
 ospite sia, non schiava. Amisi in lei
 il cor più che il sembiante;
 e la rara beltade a noi soggetti
 vegga al par de’ nemici anche gli affetti.
 ELVIRA
65Bene degno sei de la tua fama...