Zenobia in Palmira, Barcellona, Figueró, [1708]

 PROLOGO
 
 La reggia dell’Ebro.
 
 L’EBRO
 
    Di contento crescan l’onde;
 e le sponde all’Ebro infiori
 con le rose un dolce amor.
 
    E l’umor ch’egli diffonde
5di mill’alme e mille cori
 tutto senta il sen l’ardor.
 
 Ecco come giuliva
 l’aria, la terra e ’l mare
 in questa parte e in quella
10sente nuovo piacer, gioia novella.
 Al mormorar dell’onde,
 brillan nel prato i fiori
 e inebrian l’aure di soavi odori.
 Tutto spira diletto; e in lieta guisa
15tra concenti festivi il mondo oh come
 applaude già d’Elisabetta al nome;
 fra tante gioie ancora
 l’Ebro, che fido un sì bel nome adora,
 ebro di gioia viene
20umil a tributar gl’ossequii sui;
 tra vaghe pompe di superbe scene
 attendi, o bella, alti successi in cui
 sotto l’essempio altrui splender si vede
 vivo il candor della tua bella fede.
 
25   Sia sempre a te divoto
 il raggio d’ogni stella
 e sempre fida ancella
 ti sia la sorte al piè.
 
    De l’Ebro è questo il voto;
30ma seco a te favella
 ognor più chiara e bella
 de’ popoli la fé. (Si profonda la reggia e dà luogo alla gran piazza di Palmira, dove si comincia la rappresentazione dell’opera)