Mitridate, Venezia, Marciana, autografo
MITRIDATE | |
Dramma per musica. | |
ATTORI | |
MITRIDATE re del Ponto | |
LADICE sua moglie | |
FARNACE figliuolo di Mitridate ma d’altra moglie di lui, amante sposo in segreto di Aristia | |
ARISTIA dama in corte di Ladice e sposa di Farnace | |
APAMEA figliuola di Ladice e di Tigrane il Vecchio, re di Armenia | |
DORILAO principe di Eraclea, suddito uno de’ capitani di Mitridate, confidente amico di Farnace e amante di Apamea | |
GORDIO uno de’ capitani di Mitridate, confidente di Ladice e amante di Aristia | |
OSTANE nobile scita, aio di Aristia | |
La scena è in Eraclea, città principale del Ponto. | |
ARGOMENTO | |
Mitridate, per sopranome Eupatore, fu ’l sesto fra i re del Ponto di questo nome. Le guerre che egli ebbe contra i Romani, le sue vittorie e le sue sconfitte gli ottennero anche quello di Grande. Ebbe molte mogli e molti figliuoli; ma la sua crudeltà si stese più volte anche nel proprio sangue nella sua famiglia e ne’ suoi più cari. Fra le D’una delle sue mogli a lui di [illeggibile] Laodice Di tutti i suoi figliuoli, Farnace fu il più distinto Farna e da lui fu anche dichiarato in suo erede, comeché poscia lo prendesse in sospetto per la intelligenza che tra lui passava e i Romani, suoi capitali nemici, appresso i quali esso Farnace era stato per qualche tempo in ostaggio dopo la prima infelice guerra di Mitridate, nella quale in cui e’ perdette la Bitinia e altri stati, lasciatogli rimastogli appena il Ponto, e questo anche a durissime condizioni. Ma p Per riparare dipoi a cotante sue perdite, mosse nuova guerra ai Romani e si collegò con Tigrane II di questo nome re di Armenia e figliuolo del primo di questo nome, [illeggibile] con la condizione che Farnace dovesse sposare Apamea, sua sorella, fosse data a Farnace in isposa. Ladice, altra moglie di Mitridate e matrigna di Farnace, si suppone nel dramma che in età assai fresca fosse rimasta vedova del vecchio Tigrane, di cui avesse avuti tre figliuoli, Tigrane, che succedette al padre in quel regno, Eupatra e Apamea. Richiesta in matrimonio da Mitridate, in partendo da Artassata, capitale città dell’Armenia, raccomandò alla fede di Gordio, uno de’ generali di Mitridate e confidente di lei, la picciola Eupatra che di poco eccedeva un anno, acciocché sbrigato de’ pubblici affari, gliela conducesse sollecitamente nel Ponto. Dal dramma si raccoglie che Gordio poi intrapreso il viaggio con la bambina arrivasse poi nella Colchide, che la stessa notte, in cui vi giunse, la città fosse assalita e presa dai Romani, che Gordio nas per giusti riguardi tacendo ad Ostane, nobile scita, la condizione e ’l nome di Eupatra, la consegnasse alla fede di lui solo e trovasse modo di fuggire in quella sorpresa, che Ostane e la fanciulla rimanessero prigionieri dei Romani, dai quali fossero in Roma condotti e tenuti schiavi per mol più anni, che Ostane allevasse quella la stessa sotto nome di Aristia, la quale fosse [illeggibile] ignara affatto ignara di sua condizione, che la vedesse Farnace in tempo che in Roma stavasi per ostaggio e che se ne invaghisse e che sposatala in segreto, senzaché nulla ne sapesse Ostane, se la conducesse seco in Eraclea e trovasse modo di metterla appresso la regina Ladice, a fine di aver agio di vederla più spesso, che intanto egli fosse spedito nella Colchide che si era ribellata al re suo padre, donde in ritornando vincitor ritornando, dopo [illeggibile] averla sottomessa, trovasse stabilito il suo matrimonio con la principessa Apamea, figliuola della regina e sorella del re Tigrane, il quale con questa condizione erasi impegnato nella lega di di far lega con Mitridate, di cui pure fu genero, contra i Romani. Il rimanente s’intende dalla tessitura del dramma, ad alcune scene della del quale è servita d’imitazione una moderna tragedia francese del signor de La Motte. | |