L’Engelberta (Zeno e Pariati), Milano, Ghisolfi, 1708

 SCENA VI
 
 BONOSO con seguito
 
 BONOSO
 
    Giusto e forte impugno il brando;
1485e pugnando
 son guerrier de l’innocenza
 e campion de l’onestà.
 
    Il mio braccio ed il mio zelo
 regga il cielo
1490per terror de l’empietà.
 
 SCENA VII
 
 LODOVICO, ARRIGO, METILDE e seguito
 
 LODOVICO
 Venga Ernesto. Bonoso, al tuo valore
 confido l’onor mio, quel di Engelberta;
 e l’amor di Metilde è la tua speme. (Va a seder nel suo posto)
 BONOSO
 Sotto sì degni auspici,
1495certa è la mia vittoria.
 METILDE
 Vinci ma nel tuo sen difendi ancora
 di me la miglior parte, idolo mio.
 ARRIGO
 Tempo è di pugna e non di vezzi. Andiamo.
 BONOSO
 lo vincerò, Metilde. Un sol tuo sguardo
1500già rinforza il mio core.
 METILDE
 Ti arrida il ciel, come ti arride amore. (Va a sedere)
 BONOSO
 Numi, voi. che sapete
 l’onestà di Engelberta e la sua fede,
 reggete in sua difesa
1505e la destra e l’acciar. De la vittoria
 il premio sarà mio, vostra la gloria.
 
 SCENA VIII
 
 ERNESTO tra guardie e li sudetti
 
 ERNESTO
 
    Ov’è ’l ferro? A l’armi, a l’armi;
 pugna e vinci, o mio valor. (Una guardia presenta due spade, una delle quali prende Bonoso e l’altra Ernesto)
 
 BONOSO
 
    Ernesto, eccoti il ferro,
1510strumento di pena,
 non freggio di onor. (Ernesto, non badando a Bonoso, preso che ha ’l ferro in mano, va per la scena agitato)
 
 ERNESTO
 
    Entri in campo il mio nemico;
 ah! Lo cerco e l’ho nel cor.
 
 Dove, dove mi guidi,
1515cieco furor? Tutto l’inferno io chiudo.
 BONOSO
 Che fai? Cerchi il nemico? In me lo vedi.
 Al cimento la tromba omai ti sfida. (Suonan le trombe in segno di combattimento)
 ERNESTO
 Aimè! Viene la morte,
 e col ceffo peggior de’ suoi spaventi.
1520Che farò? Son perduto.
 BONOSO
 Quali smanie? Ove vai? Questo è ’l nemico. (Bonoso si mette in atto di combattere. Ernesto lo guarda attento e poi torna alle prime sue furie)
 ERNESTO
 Cerbero? Che rispondo?
 Le furie? Ove m’ascondo?... È ver... Tentai
 con temerarie note...
1525di Engelberta la fé...
 BONOSO
                                        Parla il suo fallo. (Verso Lodovico)
 ERNESTO
 Dov’è il mio cor? Ma veggio Otton; di’, giunse
 l’ingegnosa calunnia a Lodovico?... (Verso una delle guardie)
 Ne la tenda?... Ti lodo.
 LODOVICO
                                           Il colpo intendo.
 ERNESTO
 Il foglio mio, deh, rendimi, Engelberta;
1530parti e mel nieghi? Vanne.
 Prevenirò le accuse. Ottone, Ottone,
 senti ch’ella ti chiede
 rimedio a’ suoi sospetti;
 e tu dalle un veleno. Or son contento.
 BONOSO
1535Delira e dice il vero.
 LODOVICO
                                        O tradimento!
 BONOSO
 Non più, confessa il torto o qui ti sveno.
 ERNESTO
 Perdon, bella Engelberta,
 o solo per pietà passami il seno. (S’inginochia dinanzi Bonoso e getta la spada)
 LODOVICO
 Olà, traggasi il reo
1540ben custodito al suo supplizio infame.
 ERNESTO
 Andiamo anche a Cocito.
 O quanti mostri! Io vi ravviso. Siete
 la calunnia, l’inganno e la menzogna;
 fuggiam, fuggiam da questo
1545spaventevole oggetto.
 O non v’è più Cocito o l’ho nel petto. (Parte tra le guardie. Al partir di Ernesto comincia a poco a poco a rischiarirsi la nuvolosa e pian piano scendendo a terra si apre e fa vedere nel suo seno la reggia dell’Innocenza. Lodovico intanto scende con gli altri dal suo posto)
 LODOVICO
 Più misero di Ernesto
 quanto son io, Bonoso, or che più certa
 di Engelberta è la fama. O dio! Metilde,
1550perché nel seno mio
 non vendichi la madre? I miei vassalli
 mi soffrono tiranno? Anche la morte
 per favor mi si niega?
 BONOSO
 Tempo è ch’ei si consoli. (A Metilde)
 METILDE
                                                Amor pietoso. (A Bonoso)
 LODOVICO
1555Ma la morte vietata
 troverò nel mio duol. Tanto infelice
 non è chi vuol morir, che almeno aperta
 non ne trovi una via.
 TUTTI
                                         Viva Engelberta.
 
 SCENA ULTIMA
 
 ENGELBERTA nella machina e li sudetti
 
 ENGELBERTA
 
    Più bella e più innocente
1560ritorno, o dolce amore,
 più pura e più fedele
 il ciel mi rende a te.
 
    Nel tuo bel duol crudele,
 nel tuo pentir vezzoso,
1565più caro e più amoroso
 ora tu sembri a me.
 
 LODOVICO
 E fia ver che a me torni
 l’alma che tanto amai? Né questo è inganno
 degli occhi o del desio?
 ENGELBERTA
1570Sposo, abbracciami pur; viva son io.
 LODOVICO
 Ma donde un tal prodigio?
 BONOSO
 Al tuo amor la serbai. Traffitto cadde
 Otton nel bosco, ove l’insidie ordia
 contro Engelberta e nel cader l’arcano
1575svelò de l’impostura e l’empie frodi.
 LODOVICO
 O pietà generosa!
 Eccone la mercé. (Mostrandogli Metilde)
 METILDE e BONOSO
                                   Cor mio, ne godi.
 ARRIGO
 Arrigo se ne offende.
 ENGELBERTA
 Ingrata esser potrei? Dal tuo soccorso
1580ebbi vita? Ebbi gloria?
 Metilde, a lui porgi la destra.
 METILDE
                                                       E ’l core.
 ARRIGO
 Vendicato son io, poiché ti veggo
 sposa ma non regina.
 LODOVICO
                                          Arles sia regno;
 tale augusto il dichiara.
 BONOSO
1585A me sì grande onor?
 LODOVICO
                                          Ben ne sei degno.
 ENGELBERTA
 O calunnie felici!
 LODOVICO
 O soave dolore!
 ENGELBERTA, LODOVICO A DUE
 Con l’innocenza oggi trionfa amore.
 CORO
 Con l’innocenza oggi trionfa amore.
 ENGELBERTA
 
1590   De la frode tra i cimenti
 l’innocenza è sempre bella,
 
    come esposta a’ nembi, ai venti
 verde palma è sempre quella.
 
 CORO
 
    De la frode tra i cimenti
1595l’innocenza è sempre bella.
 
 Fine del drama
 
 
 
 
 
 

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