Don Chisciotte in corte della duchessa (Pasquini), Vienna, van Ghelen, 1727
DON CHISCIOTTE IN CORTE DELLA DUCHESSA | |
Opera serioridicola per musica da rappresentarsi nella cesarea corte per comando augustissimo nel carnevale dell’anno MDCCXXVII. | |
La poesia è del signor abate Giovan Claudio Pasquini, in attual servizio di sua maestà cesarea e cattolica. La musica è del signor Antonio Caldara, vicemaestro di cappella di sua maestà cesarea e cattolica. | |
Vienna d’Austria, appresso Giovanni Pietro van Ghelen, stampatore di corte di sua maestà cesarea e cattolica. | |
ARGOMENTO | |
Siccome dalla seconda parte della notissima storia di don Chisciotte si è tratto il viluppo della presente opera serioridicola, così basta accennare il fonte, per dare un pieno argomento della medesima. Ha proccurato il poeta di stare attaccato più che gli è stato possibile alla vezzosa idea dell’ingegnosissimo autore spagnuolo; ed in molti luoghi non ha fatto altro che porre in versi quei sentimenti medesimi, de’ quali è così bene arricchito quel giocondissimo libro. L’invenzione ha puramente lavorato sull’intreccio degli amori; e questi peraltro son come tante linee tirate a finire in un punto, essendo condotti in maniera che, nonostante la passione, abbia luogo negli amanti una certa spezie di puntiglioso donchisciottismo. | |
ATTORI | |
DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA cavaliero errante | |
IL DUCA | |
LA DUCHESSA | |
ALTISIDORA sua confidente, amante di Laurindo | |
DORALBA damigella di corte | |
DON ALVARO maggiorduomo del duca | |
LAURINDO giovane italiano, gentiluomo del duca | |
DONNA RODRIGUES vecchia guardadama | |
SANCIO PANZA scudiero di don Chisciotte | |
GRULLO e GRILLO staffieri di corte | |
La scena si rappresenta parte nel castello di Savedras e parte nelle sue vicinanze. | |
COMPARSE | |
Di falconieri col duca, di soldati che fan corteggio all’arrivo di don Chisciotte, di paggi, di damigelle della duchessa, di satiri che guidano il carro di Doralba, creduta Dulcinea, e di matrone con Laurindo, creduto la contessa Dolorida. | |
MUTAZIONI DI SCENE | |
Nell’atto primo: campagna aperta con casino da una parte, per goder la caccia degl’aironi, e dall’altra una collina, dove si figura che sieno don Chisciotte e Sancio. | |
Nell’atto secondo: cortile con colonnato all’intorno ed una scalinata a due braccia nel mezzo, sotto alla quale un gran portone, da cui si scuopre la campagna in lontananza e per dove vengono don Chisciotte e Sancio; sala con tavola apparecchiata. | |
Nell’atto terzo: bosco. | |
Nell’atto quarto: sala; camera interna di don Chisciotte. | |
Nell’atto quinto: campagna aperta con veduta del castello da una parte e dall’altra un fosso che corrisponde in una grotta; cortile ad uso di steccato per la pugna con ringhiere all’intorno magnificamente adornate. | |
Le scene furono rara invenzione del signor Giuseppe Galli Bibiena, primo ingegnere teatrale e architetto di sua maestà cesarea e cattolica. | |
BALLI | |
Nel fine dell’atto primo: ballo di falconieri. | |
Nel fine dell’atto terzo: ballo di paesani e satiri. | |
Nel fine dell’atto quinto: ballo di cavalieri erranti che, dopo d’essere stati vinti da don Chisciotte, gli formano un trofeo e lo coronano. | |
Il primo e terzo ballo furono vagamente concertati dal signor Simone Pietro Levassori della Motta, maestro di ballo di sua maestà cesarea e cattolica. Il secondo ballo fu altresì vagamente concertato dal signor Alessandro Philebois, maestro di ballo di sua maestà cesarea e cattolica, con l’arie per li detti balli del signor Nicola Matteis, direttore della musica instrumentale di sua maestà cesarea e cattolica. | |