parti, o Lucindo, e non cercar di più.
Del mio fato il tenor svelami tu.
Parti, o Lucinda, e non cercar di più.
Perché Ernando è vassallo ed io son re.
più grave offesa è a l’onor mio.
Erenice è vassalla e tu sei re.
Vuole il padre ch’io mora, ahi! che farò?
l’ire a cader? Su te cadran, su te,
misera patria e miserabil re.
ciò che può la giustizia in cor di re. (Segue aria)