star potesse don Alvaro lontano
Signora mia, padrona obbligatissima.
Così va ben). Padrona obbligatissima,
Già m’ha promessa un’isola
son più matto di lui, questo è verissimo;
Dunque sol per don Alvaro mi sdegna.
Quel che mi sforza co’ suoi tanti circoli
a te mi manda, cavalier terribile,
con ordine preciso impreteribile
che in questo loco tu l’attenda immobile,
qual se tu fossi appunto una piramide.
Or or qui lo vedrai venir sollecito
con Dulcinea, ch’è la tua stella Fosforo,
perché a riguardo de’ tuoi tanti meriti
render la vuole d’ogni incanto libera
e vuol che torni nello stato pristino,
con che l’esempio non trapassi a’ posteri.
Questo è quel tanto che dovea concludere;
e dimmi presto quel ch’ho da rispondere.
Parla, signora incognita.
un sospiro ardentissimo e poi subito
dar tua figlia a un tal uom?
che il senno sol rende fortuna stabile.
Presto, signor, che m’agita
Son giunti dieci cavalier terribili,
che chiedon di combattere,
che don Chisciotte appellasi;
ch’è un matto spacciatissimo,
in primis per quel titolo
ch’egli ha voluto assumere
di tutto quanto l’ordine,
brutta, fetente e lurida,
con altre cose, eccetera,
Oh, che bestemmie orribili!