se braccio a ferir. (Turio si parte; ma Pirro, finito di scrivere, prende la tavoletta e ordina al suo capitano che lo richiami)
Quel dolor, Sestia, perché?
Altro senso ed altro amor
mi sta fitto in mezzo al cor;
né pur dono un sol pensier.
L’abbia suo chi ’l puote amar.
Figlia a Roma, ho egual valor,
s’ei lusinga, a nol curar,
s’ei minaccia, a nol temer.
da noi s’involerà. (Il canto è accompagnato dal ballo)
l’incommodo avvenir. (Finito il ballo ed il canto, tutti partono e rimane libera la scena, il cui prospetto si chiude)
pentirti un dì. (Volusio, veduto Pirro, passa all’altro viale, poi torna di nuovo verso di Sestia)
qualche pietà per te. (Affettuosa)
Ma tu mi vuoi crudel. (Fiera)
la debil mia virtù. (Si parte)
seco si sdegnerà. (In questo viene il capitano delle guardie di Pirro a parlargli all’orecchio e poi al cenno di Pirro si parte)
in cui l’alma scioglierò.
i tuoi vanti a pareggiar?