e l’amante e ’l vincitor.
ne l’amabile splendor. (Entra nel palanchino e condottavi da’ suoi schiavi parte, tolta in mezzo dalle sue guardie, due delle quali la copriranno dal sole con due ombrelle d’oro che sosterranno ai due lati del palanchino)
e quanto bella in lei la fedeltà.
sotto il piè trionfator. (Giunta la macchina verso la metà de l’anfiteatro, si ferma e Gianguir parla dall’alto)
de la Persia il domator. (Gianguir e Zama cominciano a scendere dal loro seggio, il che pur fan gli altri che stanno sopra la macchina)
né ’l sostien giusta pietà.
rendo il cambio al traditor.
e qual grida a lui merzé.
non giunga altri a scoprir
de la patria e del mio re.
e in trofeo de la sua fé.
anime scellerate, al mio furor.
che re mi disprezzaste e genitor. (Parte alla volta del campo. Jasingo va sopra il colle ad osservarlo)
Dammi un guardo e vincerò.
e d’amor ritornerò. (S’incammina verso il colle, seguito dai suoi)
scudo al mio, dove è ’l suo cor. (Si ritira nelle tende vicine. Siegue campal fatto d’armi, con la sortita di Mahobet dalla città, per cui Cosrovio, di vincitor che era prima, riman prigioniero e sconfitto)
qual sia ’l merto del valor.
punirei dentro il suo cor.
di quel sincero amor che parla in me.