Metrica: interrogazione
55 tronchi in Gianguir Vienna, van Ghelen, 1724  (pezzi chiusi) 
e l’amante e ’l vincitor.
   E più bello il rivedrò
ne l’amabile splendor. (Entra nel palanchino e condottavi da’ suoi schiavi parte, tolta in mezzo dalle sue guardie, due delle quali la copriranno dal sole con due ombrelle d’oro che sosterranno ai due lati del palanchino)
e quanto bella in lei la fedeltà.
sotto il piè trionfator. (Giunta la macchina verso la metà de l’anfiteatro, si ferma e Gianguir parla dall’alto)
de la Persia il domator. (Gianguir e Zama cominciano a scendere dal loro seggio, il che pur fan gli altri che stanno sopra la macchina)
su l’altar de l’amistà.
né ’l sostien giusta pietà.
   Non mi tradir, mio cor.
anime scellerate, al mio furor.
che re mi disprezzaste e genitor. (Parte alla volta del campo. Jasingo va sopra il colle ad osservarlo)
e d’amor ritornerò. (S’incammina verso il colle, seguito dai suoi)
scudo al mio, dove è ’l suo cor. (Si ritira nelle tende vicine. Siegue campal fatto d’armi, con la sortita di Mahobet dalla città, per cui Cosrovio, di vincitor che era prima, riman prigioniero e sconfitto)
qual sia ’l merto del valor.
di quel sincero amor che parla in me.

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