Celerò la fiamma ond’ardo;
Per serbar le leggi in me,
Ti consiglio a far ritorno,
Col piacer che siate miei,
Non amarmi, non pregarmi.
Viva il prode Ernando, viva,
Armi ha il ciel per gastigar
Così amor quell’ape il mele
Parto amante ed in un parto amico,
Parto, o re, non osa il labbro
Stelle, voi che de’ regnanti
L’arte, sì, del ben regnar
Può languir l’ira nel petto,