Metrica: interrogazione
461 settenari (recitativo) in Ornospade Venezia, Pasquali, 1744 
d’ossa sparso e di sangue,
                      Il re de’ Parti
qua e là errante, celarmi.
                   Ah, mi tradisti. (Anileo e Geronzio parlano sommesso fra loro)
Dammi il ferro o qui ’l vibra.
Fortunato è il rincontro. (A Geronzio)
pria ver l’amico ingrato,
Tu, Geronzio, da’ il segno;
A tante armi, ond’è cinta,
Che s’ira è in lui maggiore
Qui si attenda il gran duce;
Ma a qual de’ miei disastri
Il mio esilio o il mio fato.
ne sta afflitto ora il campo.
qual d’Artabano al fianco,
e su l’altre avrai scettro
                    Che fra poco
quel di scherno e d’infamia.
del mio eroe nel suo esiglio
                                   I Parti
                        Il gran nome
Ma grazie al cielo, ho tanto
                              Giungesti
Quell’audacia a che ostenti?
Palmide... Oimè! (Mirando verso Palmide)
                                  Ornospade, (Dal poggiuolo)
Seguimi. Il primo passo (Prima a Geronzio, poi a Ornospade)
fia a Palmide funesto. (Entra Anileo con Geronzio per la stessa porta, per cui era già entrata Palmide, e vi resta l’altro soldato per guardia come prima. Palmide e il soldato si ritirano dal poggiuolo)
                    Quai girate
volto a me offrirti? A tanto
crebbe, il veggo, in te orgoglio,
che han sorpreso il tuo core,
del mio ossequio intendesti;
                      (Mentitore!)
Quanto egli è, quanto ei vive
                               Sire,
ch’io non t’invidi un bene
Palmide, anch’io; ma quanto
T’ama il re nostro e t’offre
                          Ah, padre!...
                 Non lievi ho indizi
                   Sì.
                           Eh, principessa...
                           Più sincera.
                 Di aver sedotta
                      Il dissi appena
              O per noi verace (A Mitridate)
E per mia colpa a morte... (Piange)
Ei d’amor le favella. (A Mitridate)
E d’amor piange anch’ella. (A Palmide)
Voi qui!... Per qual mia sorte?...
                            No. Il primo (A Mitridate)
ancor? Via, tu pur rompi (A Mitridate)
                  E con qual merto?
vo’ più. (In atto di partire)
                 Tal da me parti?
                         Hai forse orrore
                         Fuggito,
                               Oh il fossi!
                               Non chiede
                         Guai
                 Di aver sedotta
Penso all’amico e ogni ombra
               Pria mi concedi...
                               Tosto. (In atto di partire)
                               In quale
                            Allora (A Vonone)
Ancora... (A Palmide trattenendola)
                    O generoso (Corre ad Anileo)
ti è a cor; s’appo un’offesa
L’accresce anzi e l’affretta.
che al mio. Tosto a quel sasso
                                  O figlia
O nodi, o non mai tanto (Facendo sforzi per disciorsi)
               Oh dei!
                                Con qual gioia
                       O pien di fede, (Abbracciandolo)
                           Te lo accerta,

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