Asia tremi, Argo festeggi,
greco braccio è sempre invitto.
Cadde Lesbo e tra ritorte
piange il Tessalo sconfitto.
che a un amor, che è sfortunato,
pianger nieghi e sospirar.
D’ampio fiume, che già inonda,
mal si tenta il corso e l’onda
porre in ceppi e riparar.
Sprone al core ed ali al piede
Lieto resta che al mio zelo
Ne la prole e nel comando
Ma tu sol stai sospirando
e dal volto un cor traspira
che contento ancor non è.
Veggo già che ai grechi legni
spira il vento, il mar s’inchina;
sua caduta Ilio orgoglioso.
Ma se l’Asia andrà sconfitta,
avrà Grecia un maggior grido,
sarà gloria e sarà frutto
E con gli occhi e col pensiero
tu lo cerchi e tu lo chiami.
il tuo cor, perché ben ami.
Il mio core, il genitore,
la tua gloria e la tua fede
tua mi chiede, o sposo amato.
solo oggetto, unico bene,
tu mio nume e tu mio fato.
Addio, infido, addio per sempre.
Vorrei torti col mio aspetto
(Ah! Perdessi col tuo affetto
la memoria anch’io di te).
«Addio, infido, addio per sempre».
L’alma fida in che peccò?
Veglio? Sogno? O dio! Nol so.
il più dolce de’ miei voti
il mio sdegno ed il tuo amore;
mostra fede; e poi m’attendi
non spergiura e non ingrata.
Tutto fa nocchiero esperto
ne l’incerto ondoso regno,
onde il frale errante legno
scorra il mare e afferri il porto.
Ma che può, se avversa stella
fa ch’ei rompa a duro scoglio
e da l’onde ei resti assorto?
Col soffrir ne l’ ubbidir,
Se il tuo amor, (A Clitennestra) se il tuo valor (Ad Achille)
non fa scudo a l’innocente,
di una madre è vano il pianto.
E se soffri il grave oltraggio,
tu di eroe, tu di possente
più non hai la gloria e ’l vanto.
Non ti parlo di mia fede,
non di amor, non di mercede.
Maggior fiamma or t’arde in seno.
Non affida a mar, che freme,
le sue merci e la sua speme
buon nocchier; ma tempo aspetta
più tranquillo e più sereno.
Più del cielo e più del fato,
che innocente ho da morir.
non ti prego più di vita,
di dar pace al tuo martir.
Sposa, addio; ma questo, o cara,
che il cor mio prenda da te.
sarai tolta a ingiusta morte
segue, o Carlo, i tuoi vessilli;
posa a l’ombra de’ tuoi lauri.
Tu con l’armi e con le leggi
tal ci reggi e ci difendi
l’età d’oro e la ristauri.