Metrica: interrogazione
110 ottonari in Venceslao Roma, Bernabò, 1716 
   Pria che padre assiso in soglio
a punir de’ rei l’orgoglio
   Or vedrai che genitore
al tuo sdegno, al tuo furore
   Ti consiglio a far ritorno,
   Come va dal bosco al prato
vola l’alma al suo tesor.
   E pur dirgli m’è negato:
«Frena, o caro, il tuo gran duolo,
sei la pace del mio cor».
   Col piacer che siete miei,
   Se il mio sol, cara, tu sei,
più del dì l’ombre serene
   Come il ciel cangia vicende,
così cangio anch’io l’amor,
   che più dolce amor si rende
nel cangiar l’oggetto al cor.
   Per saper s’io sono amante
basta sol per breve istante
   Coi lor guardi afflitti e mesti
   D’ire armato il braccio forte
   Duolmi solo che il rivale
   Cara parte di quest’alma,
torna, torna a consolarmi,
                            All’armi, all’armi. (Cava la spada)
   Traditore, più che amore
brami piaghe e vuoi svenarmi?
   Son regina e son tradita,
il mio onore e la mia vita
   Nel tuo figlio è la mia sorte;
o il crudel mi dia la morte
   Spesso vola un basso affetto
a oscurar d’un rege il seno.
   Ma se impera Astrea sul trono,
   Con le donne, o folli amanti,
mai non fate il bell’umore,
perché alfin ce la perdete.
   Sotto i nostri guardinfanti
                                Oh quante pene
                           Uh quanto è amara
   Dolci brame di vendetta,
già la vittima cadé. (Casimiro, volendo porre lo stile sul tavolino, vede il padre nello stesso momento in cui il padre alzando gl’occhi vede il figlio)
   Col piacer di vendicarmi
   (ma saprò, già vendicata,
   Da te parto e parto afflitto,
   Ma poi tacqui il dolce nome
che più aggrava il mio delitto
e più accresce il tuo dolor.
   Corro lieta al caro bene
   Questa prova del mio amore
   Date morte... Ah no, fermate
                 Vengo; ma concedi...
                                Ch’a’ tuoi piedi
                          No, ti perdono,
                              Ed io t’abbraccio.
                         Ed io t’allaccio
con più forte e saldo amor.
   la fortezza il core amante
   L’arte sì di ben regnar
   Ei vedrà che so serbar
   Vivi e regna fortunato,
   Te si unisca a far beato

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