Abbiam vinto, amico regno,
n’è tuo frutto e gloria e pace.
Del fellon superbo e fiero
vedi il teschio, in suol straniero
insepolto il busto giace.
sia la fiamma del tuo cor.
toglie gloria e fa dolor.
Ti consiglio a far ritorno,
Col pensier che mia tu sei,
già contento il cor mi par.
E sì dolce è un tal momento
che di morte anche il tormento
Bocca bella, del mio duolo
non mi chiedere il perché.
che l’amarne un traditor.
Il suo amor piange sprezzata,
ingannata, anche il suo onor.
bella Pace, ognun ti onori;
ed a l’ombra degli allori
cresca ognor tua verde uliva.
Più non vien tromba nociva
e al valor del forte Ernando
l’alta gloria sol s’ascriva.
bella Pace, ognun ti onori;
ed a l’ombra degli allori
cresca ognor tua verde uliva.
Io t’attendo in campo armato
Io più temo un core ingrato
che il cadere in mezzo a l’armi.
Notte, amica degli amanti,
vieni a fare un di due cori.
Io t’aspetto col diletto,
con che aspetta ogni augelletto
a’ suoi canti i primi albori.
D’ire armato il braccio forte
Duolmi sol che il fier rivale
sotto a questo acciar reale
Cara parte di quest’alma,
torna, torna ad abbracciarmi.
Traditore, più che amore,
brami piaghe e vuoi svenarmi?
Nel seren di quel sembiante
Spera ancor l’antico nido
Forse amor sia meno infido
Voi dovreste esser più liete
e ’l mio cor non sa perché.
Da te parto e parto afflitto,
Ma poi tacqui il dolce nome
che più aggrava il mio delitto
e più accresce il tuo dolor.
miei pensieri, or che chiedete
e qual guerra ancor movete?
che quest’anima struggete?
Benché sangue è d’un regnante...
Benché sangue è del mio bene...
Quel ch’ei chiude entro le vene
Per le porte del tormento
del cordoglio in sul confine
Se virtude al cor mi parla,
a lei volgo il pensier mio
Degli affetti del mio core
il più forte è sol l’onore
Taci, amor, cedi, natura,
Oggi vuol la mia sciagura
che a punir mi affretti un figlio
tempo e sorte, amor e fé.