Quando avvien che mi rammenti
perdo tutti i sentimenti,
mi si gela il cor nel petto
quelle scosse e non so dire
Or se mai, per mio flagello,
signor duca, patti chiari;
o che Sancio, per la strada
di portare i lacci al piè,
Ma se alcun de’ miei pensieri
fia che ardito mai lo speri,
il dover lo tronca in fasce,
e non sorge il bel desire
che per nascere e mancar.
che, siccome ha de’ denari,
può trovarsi un buon marito
Il mio tempo è già finito,
son trent’anni e ancor più là.
Mi perdoni. Ella è nel fiore.
bella fresca e rugiadosa,
che mi par giusto una rosa.
Prenda, prenda il mio consiglio.
Non lo lascio e non lo piglio...
Se badar vuole alla gente,
stiamo freschi in verità.
Viva, viva don Chisciotte,
viva il fior d’ogni gagliardo,
grande onor di nostra età. (Don Chisciotte e Sancio, nello smontar da cavallo, cadono ambedue)
Viva, viva don Chisciotte,
viva il fior d’ogni gagliardo,
grande onor di nostra età. (Don Chisciotte fa l’atto d’inginocchiarsi al duca ed alla duchessa)
Sì, l’abbiamo. Ricciardetto,
senza usbergo e senza elmetto,
e mi par che ancor Ruggiero,
benché fior d’ogni guerriero,
l’ippogrifo lo balzò. (Si partono)
Denso fumo, più che tenta
più l’accende e men l’oscura;
sparso al vento poi sen va.
Cieca invidia, più che spenta
men l’oscura e più l’accende,
sé distrugge e altro non fa.
Quando Sancio s’avrà date
Tenga ben l’orecchio attento;
Per tutt’altri inesorabile
al tuo braccio formidabile
Tanto è ver che a tale oggetto,
per varcar l’accese sfere,
già quel magico architetto
Sancio amico, forte, forte,
Sancio amico, reddo, reddo. (Grullo in compagnia d’altri servi fanno loro del vento con de’ soffietti)
Uh che freddo, uh che freddo.
La region dell’aria è questa.
Qui si forma ogni tempesta,
pioggia, neve, gelo e vento.
Già lo sento, già lo sento.
Sancio amico, saldo, saldo.
Uh che caldo, uh che caldo. (Cambiano i soffietti in facelle accese)
Noi varchiam l’accese sfere;
son quassù le parti assunte
più sottili e più leggiere
di quell’aria crassa e grave
Viva, viva don Chisciotte,
grande onor di nostra età.
Viva, viva il gran guerriero...
Non è niente, non è niente.
Viva insieme il suo scudiero
che poggiò fino alle stelle.
di lor opre eccelse e belle
Non è niente, non è niente.
Qualche cosa di più degno...
Qualche cosa al mio governo...
Che non fece quel crudele
quando, col tuo dolce sguardo,
pel mio core il primo dardo
So ben io qual fier tormento
mi costar le tue pupille;
quel tuo sguardo in me portò.
Venga pure in campo armato
don Chisciotte il punirà.
Vado a torre in questo punto
l’elmo forte di Mambrino,
lancia, spada e Ronzinante.
Venga, venga il falso amante
Viva, viva don Chisciotte,
viva il fior d’ogni gagliardo,
grande onor di nostra età. (I cavalieri vinti formano un trofeo delle loro armi e poi coronano don Chisciotte)
Viva, viva don Chisciotte,
viva il fior d’ogni gagliardo,
grande onor di nostra età.
Viva, viva don Chisciotte,
viva il fior d’ogni gagliardo,
grande onor di nostra età.