Sì, tuo campion già sono.
che da’ tuoi raggi acceso
Quanto può s’armi e frema
che nel più scelto agnello
Udrà la Persia e ’l mondo
più che a la ria sentenza,
Padre, non curo il regno;
madre, ho la vita a sdegno,
Io non aspiro al trono. (Verso Cosroe)
Suddito nacqui e ’l sono.
Spesso nel laccio istesso,
che tende in altrui danno,
Spesso lo strale istesso,
che andò a ferir tropp’alto,
E in frutto del suo inganno...
E in pro de l’ardimento...
che in vista altero e immobile
sfida dell’austro i sibili;
ma il rodon tarli e vermini
che a terra il fan cader.
Quest’ori e queste porpore
pur male il re difendono.
ed il servir piacer. (Parte seguito dagli armeni di Artenice)
Torbida è l’aria e l’onda;
Stringe una mano il fulmine,
grazia tien l’altra e vita;
Di lui son padre e giudice,
In mal, che rio sovrasta,
Rendersi a lui non giova,
che mentre ognun lo trova
Sorte vuol ch’io disperi,
mi rende invitto e forte;