Credo; e t’accetto amante;
Più d’uno a bel sembiante
ma al primo che il cimenta
vivo, idol mio, consolati,
da noi s’involerà. (Il canto è accompagnato dal ballo)
Sorga o tramonti il sole,
l’incommodo avvenir. (Finito il ballo ed il canto, tutti partono e rimane libera la scena, il cui prospetto si chiude)
Non dirmi ingiusto e rio.
Con placide acque e chiare,
quel fiume andrebbe al mare;
Stolti! Un gran ben credete
No, che de’ tuoi spergiuri, (A Pirro)
Né tu il diletto avrai (A Sestia)
Nell’ire mie pur sento (A Pirro)
qualche pietà per te. (Affettuosa)
Ma tu mi vuoi crudel. (Fiera)
mille avrà pregi e mille;
Voi chiome e voi pupille,
Cessa di più oltraggiarmi;
Quella è mia figlia; e il mio (A Pirro)
Tuo genitor son io, (A Sestia)
Spegnere un pravo ardore (A Pirro)
Ma ciò che esiga onore (A Sestia)
la debil mia virtù. (Si parte)
Scrivi. Lo vuol vendetta.
L’alma tornando in calma,
seco si sdegnerà. (In questo viene il capitano delle guardie di Pirro a parlargli all’orecchio e poi al cenno di Pirro si parte)