Uscite dal mio sen, sdegni e rancori,
né vi sovvenga più d’insulti e d’onte.
Rubelli voi sarete e traditori,
se mai contra il dover de la mia fede
baldanza vi verrà di alzar la fronte. (Si ritira)
nuovo veleno alora si versò.
Face si aggiunse a face e crebbe il foco.
Già ’l fiero ardor del cor sdegna ogni freno;
mantice gli è ’l furor; non ha più loco.
stanno insieme d’amor dolce languendo.
qua e là senz’aver pace andar gemendo.
No. In voi gloria non è. Non arde amore.
rifugio a la miseria, arme al dolore.
Affretta, o tempo, a l’ore il corso e ’l volo.
per me val cento età, val cento vite.
Felice il mio destin, venture genti,
morendo preservar, felice il dite.
O dio! (Pensosa e poi risoluta)
Sotto maligna stella, amor, sei nato;
né mai ti scintillò raggio di spene.
O mal noto o mal visto o disperato,
passasti i giorni tuoi di pene in pene.